Qualche nota sulla situazione americana. Il teorema di Laffer (la curva di Laffer), cioè abbassare le tasse per far ripartire la domanda, non ha mai funzionato in pratica, cioè storicamente.
Trump non può fare degli investimenti infrastrutturali perché il Congresso repubblicano non ama questo tipo di politiche economiche. Inoltre, non ci sono così tanti mezzi per farlo. Poi i repubblicani non intendono proprio aumentare il potere di chi lavora e dei sindacati che, col ripartire di un’economia guidata dal settore pubblico, sarebbe automatico.
Ciò che, invece, è in discussione al Congresso ed ha qualche possibilità di passare è la questione delle tariffe, dove si è – addirittura – ipotizzato di impostare delle tassazioni diverse per importatori ed esportatori al fine di avvantaggiare i secondi e colpire i primi. Tuttavia, il primo serio ostacolo a questa ipotesi è proprio il fatto che l’ 80% dell’import dalla Cina è fatto proprio dagli americani che hanno delocalizzato e poi reimportano da quel paese. Sarà comunque difficile mettere in discussione lo strapotere delle multinazionali.
Un nuovo New Deal non è alle porte di sicuro.
Qualche nota sull’Obamacare merita di essere scritta. L’Obamacare è quel qualcosa per cui i ricchi pagavano per i poveri attraverso l’aumento dei premi assicurativi dei ricchi per pagare i servizi basici ai poveri. Attaccando l’Obamacare Trump attacca chi lo ha votato, la cosiddetta white trash, i bianchi poveri.
In politica estera la situazione non è meno contradditoria e pericolosa. La politica dell’attuale presidente statunitense così smaccatamente pro-israeliana non va certamente nella direzione di sistemare la questione palestinese, peraltro con dichiarazioni quali “voglio fare di Gerusalemme la capitale d’Israele” non fa altro che gettare benzina sul fuoco in tutta l’area.
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