Nel “giorno della memoria” è usanza parlare solo della memoria accettata dal pensiero dominante. Si parla di Olocausto del popolo ebraico e di null’altro. C’è – infatti – da tenere in piedi un’alleanza politico-militare che ha a che fare con “le sorti dell’Occidente”. Resterebbe da spiegare la presenza forzata di un paese mediorientale (Israele) in questa alleanza.
Ma nel giorno della memoria è assai difficile sentir parlare di omosessuali, di zingari (questi poi, coi tempi che corrono…!) di comunisti e patrioti (che spesso coincidevano nella stessa persona) i quali diedero la vita per liberare questo ingrato paese dal fascismo e dall’invasore nazista, dai fascista definito “alleato”. Ricordare queste persone non è comodo perché potrebbero entrare di prepotenza nel dibattito politico-culturale italiano…per quel poco che ancora può valere.
Ad esempio, il trattamento riservato agli omosessuali spezzerebbe molte lance in loro favore in un dibattito intorno ai loro diritti; sugli zingari cadrebbero molti luoghi comuni che sono diventati “dati di fatto” nella feroce campagna mediatico-politica anti-rom degli ultimi tempi; sui comunisti ci sarebbe da svelare agli italiani, addormentati da decenni di consumismo miserabile, il contributo enorme che essi diedero per ridare presentabilità a questo paese nei confronti del mondo civile, dopo un ventennio tutto giocato contro l’Occidente delle “demo-plutocrazie” (che è usato per giustificare, in parte, anche un colonialismo criminale) e una torbida e bestiale alleanza con Hitler.
Il ragazzo della foto si chiamava Sergio Cermeli e fu uno degli artefici della lotta di liberazione a Trieste. La sua storia è legata a quella dei Gruppi di Azione Patriottica (i commandos partigiani) che operavano in città contrastando lo strapotere nazi-fascista. Operavano in concomitanza con il Fronte di Liberazione Nazionale Sloveno (osvobodilna Fronta Sloveskega Naroda) i cui corpi di commandos equiparabili ai si chiamavano VDV (Vojska Drzavna Varnosti). Spesso i combattenti delle due formazioni erano interscambiabili, senza poi contare il fatto che dall’occupazione tedesca, gradualmente anche le formazioni italiane si sottopongono al comando dell’Osvobodilna Fronta, molto combattivo, organizzato, preparato della controparte italiana nella guerra ai nazi-fascisti.
Sulla storia dei GAP triestini, su Sergio Cermeli comandante di un distaccamento degli stessi, sul contesto politico e sociale locale ho scritto un libro in uscita ai primi di marzo nel 70° della morte dello stesso. Il libro, di circa 160 pagine, sarà in vendita nelle librerie ed in distribuzione nelle biblioteche pubbliche della provincia di Trieste (ed in altre provincie a richiesta) e avrà delle presentazioni pubbliche. Il libro sarà anche disponibile in file pdf per chi volesse prima visionarne i contenuti e poi acquistarlo. Fra qualche giorno vi darà altri ragguagli.
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