di Sergio Mauri
Sulla questione dell’immigrazione ho già parlato in alcuni post precedenti: per esempio qui e qui. Le mie posizioni al riguardo sono chiare, quindi. Riassumendo brevemente, l’immigrazione c’è perché in Italia (e negli altri paesi europei) c’è un calo demografico e, per mantenere i livelli di PIL e di pagamenti per l’INPS ed assimilati, uno dei sistemi è proprio quello dell’immigrazione. L’immigrazione, perciò, assume delle caratteristiche di funzione macroeconomica. Certo, i problemi della guerra e della miseria nel mondo influiscono, direte, e sono d’accordo con voi. Tuttavia, non arriverebbero qui se non ci fosse uno spazio da colmare e non da poco.
Tempo fa, mi avventurai sul web per capirci un po’ di più sull’argomento immigrazione e, una cosa che mi saltò subito all’occhio fu proprio la discrepanza tra il dato percentuale della presenza degli immigrati (intorno al 7,5 % della popolazione totale) e la percentuale di PIL che producevano (intorno al 12% del totale). Come era possibile? Facile; intanto la popolazione immigrata è mediamente più giovane di quella italiana, quindi più in salute, con meno malattie degenerative, e con più forza applicabile alla produzione di utili (profitti) per le aziende. Quindi, con un maggiore apporto di ricchezza a livello nazionale.
Ma allora, mi chiesi, come mai gli italiani si continuavano a bere le balle propagandate dal Potere e dai suoi manutengoli? Il problema è che il Potere, scarica verso il basso le sue contraddizioni insanabili, attraverso una potente gestione del divide et impera. La seconda causa era ed è determinata dal livello altissimo di deprivazione culturale ed ignoranza in cui gran parte degli italiani vengono tenuti o decidono di farsi tenere. Bassi livelli educativi, consumismo martellante, assenza di adeguate scale valoriali li rendono preda dei demagoghi di turno.
Altro problema, il capro espiatorio, ovvero la capacità tipicamente umana di incolpare gli altri per i propri limiti o fallimenti. Gli italiani di oggi molto di frequente, come cittadini e spesso come persone, nel mondo del lavoro come nella vita privata, hanno fallito, si trovano a confrontarsi oggi con istituzioni desuete e un paese più povero e debole che in passato. Trovare un colpevole per gli errori del paese e degli italiani, cioè di loro stessi, è un ottimo escamotage per non cambiare strada, per non darsi una mossa e continuare a sbattere, come mosche intrappolate, contro il vetro.
Quello dell’immigrazione è un fenomeno che non può essere più discusso nel merito, ma tutt’al più indagato per renderlo il più possibile proficuo per tutti. Qui di seguito un link, molto interessante e significativo, intorno alla realtà dell’immigrazione ed al suo contributo all’economia dell’Italia:
http://www.dossierimmigrazione.it/
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