di Sergio Mauri
Provvedere alloggi per le famiglie meno agiate come per le donne single con figli a carico è un costo che ricade sull’intera società. È un costo perché cade sull’intersezione tra classe sociale e genere – categorie connaturate alla nostra società – un punto dove le donne detengono ancora l’onere preponderante della riproduzione sociale delle classi nella forma del lavoro domestico non pagato e della cura dei figli e delle persone, ugualmente non pagato.
La strategia dispiegata dal governo per una riorganizzazione della produzione e della bilancia di potere tra le classi sociali, attacca il salario sociale, la remunerazione che uno riceve per il suo contributo alla riproduzione della società che è altrimenti gratuito e di cui gli alloggi per le mamme single o per intere famiglie meno fortunate ne sono parte.
Nel fare questo, lo Stato rifluisce in direzione dell’ideologia dei valori familiari tradizionali, ovvero verso l’ideologia patriarcale.
L’attacco allo stato sociale e la canea anti-immigrati intorno alle provvigioni dello stesso, nel mentre lo stesso Stato chiede 200.000 ingressi lavorativi all’anno per supplire al calo demografico e alla mancanza di qualifiche nei lavoratori locali, ne sono l’esempio più esplicito.
In questo modo si rende il lavoro di riproduzione della società invisibile.
Be the first to comment on "Le donne in quanto artefici della riproduzione sociale."