di Sergio Mauri
È utile ritornare al concetto di egemonia in Gramsci. L’egemonia si riferisce ad una particolare modalità di dominio. In condizioni normali, una classe dominante di una data società non può governare semplicemente imponendo la propria volontà ai vinti. Essa deve dimostrare di essere in grado di guidare uno schieramento politico o una nazione sia dal punto di vista morale che intellettuale. Deve sembrare che essa governi per tutti (l’interesse nazionale), piuttosto che solamente per i propri interessi particolari.
Parte di questo compito presuppone l’esercizio di una decisiva strategia di controllo sui principali organi in cui l’ideologia viene prodotta – università, chiesa, mezzi di comunicazione di massa, think-tanks, parlamento e così via – ma richiede anche dei soggetti, i suoi intellettuali organici, che siano in grado di spiegare, giustificare ed offrire una direzione alla dominazione di classe. Essi devono spiegare il perché gli interessi e le prospettive delle classi dominanti sono universali. Si deve creare un senso comune, un sistema di idee e disposizioni che si sedimentano gradualmente nella vita e nei discorsi di ogni giorno, e che si presuppongono come garantiti.
Le persone non possono semplicemente esser manipolate forzandole ad avere opinioni che non gli dicono nulla. Una ideologia dominante, per essere efficace, deve incorporare alcuni degli interessi e delle prospettive dei dominati. Deve fornire risposte in grado di dare risonanza alle ambizioni ed esperienze di questi ultimi. Deve, in qualche modo, riuscire ad assemblare delle coalizioni ad ampio spettro, in cui coloro che vi si identificano abbiano comunque delle identità e degli interessi abbastanza distinti e spesso antagonistici. Questo è, ovviamente, un costante processo di negoziazione e costruzione. L’egemonia, infatti, non è mai uno stato finito, concluso, ma sempre uno stato a cui si deve tendere.
Perciò, un progetto politico può essere giudicato come potenzialmente egemonico se tenta di produrre un nuovo senso comune alle basi di un nuovo tipo di dominio politico, concretamente egemonico tanto quanto possa avere un successo anche parziale durante il suo corso.
Quindi, non si tratta di mero consenso.
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