di Sergio Mauri
Pongo è il nome commerciale di un materiale plastico modellabile prodotto da *, utilizzato soprattutto dai bambini.
Di consistenza simile alla * o al *, il Pongo (a cui fece seguito il *) è un materiale colorato a base di cera e viene venduto in confezioni che contengono una gamma di diversi colori. Nell’uso comune, il termine viene spesso utilizzato per riferirsi a qualsiasi materiale plastico colorato dello stesso genere, anche se prodotto da altre ditte.
Questa è la definizione di Wikipedia, da cui ho tolto i nomi commerciali sostituendoli con un *.
Inizio Post. È in uso, negli ultimi anni (qualcuno la fa risalire ai primi anni ’90) e non accenna a placarsi, un revival per lo più smarcato e sotterraneo, di ciò che fu l’Azionismo. È una moda che concilia il sonno ricordare Bobbio, Parri, Calogero, La Malfa e (persino) Ciampi, come esempi dell’Azionismo, cioè di un qualcosa di politicamente “superiore e lindo”, senza dimenticare i “padri” Rosselli, come parametro politico con cui confrontare il presente d’Italia. È un costume che si è diffuso di pari passo con la degenerazione delle idee e della classe dirigente e politica italiane. Storie come quella dell’Azionismo, aiutano a spostare lo sguardo dal quadretto postribolare che la politica “ufficiale” oggi è in grado di offrire, verso lidi di supposta “infuocata temperie ideale” ed “incorrotta etica” personale.
A questo punto non posso che dissentire e vuotare il sacco.
Per quanto diversi giovani militanti dell’Azionismo possano essere stati anti-fascisti in buona fede, ciò non ha evitato che suoi membri svolgessero talora, al tempo della Guerra di Liberazione, trattative col nemico nazi-fascista in funzione non solo anti-comunista ed anti-partigiana, ma soprattutto anti-popolare. I fatti più eclatanti accaddero al confine orientale. E non ci furono solo trattative, ma anche delazioni importanti e conflitti armati. Il tutto coperto da un’alleanza, di fatto, con le forze anglo-americane, e giustificato dalla necessità di difendersi dal comunismo.
Nonostante il numero di vittime che l’Azionismo ha dato nella lotta anti-fascista e di liberazione sia tutt’altro che da sottovalutare e, sotto questo aspetto, secondo solo al PCI che comunque lo stacca, questo fatto getta una luce ancor più sinistra sull’operato dell’azionismo stesso, proprio riguardo al significato della sua attività politica. Tradimento dei propri caduti, oltre che di quell’Italia popolare legata ai comunisti? Real-politik ai cui interessi andavano sacrificati comunque dei giovani italiani?
Diversi esponenti di quel resistenzialismo azionista furono cooptati nella Gladio e nelle organizzazioni para-militari in funzione anti-comunista, mentre alcuni di questi personaggi erano, al contempo, agenti attivi dei servizi statunitensi. In un altro paese questo sarebbe stato chiamato tradimento. Qui, ovviamente, no. Anche perché questo non è un paese.
Che dire, inoltre, del fatto che gli istituti storici del movimento di liberazione in tutta Italia hanno subito una epurazione di quegli elementi non conformi alla nuova linea “liberal-socialista” ora in auge ? Si è trattato solo di ripulire la facciata della più retriva borghesia nazionale per sdoganare concetti come, ad esempio, il patriottismo? Quel concetto così ben articolato che le ha permesso di contribuire a svendere il territorio nazionale ai soliti “campioni di libertà” americani? Le risposte potete trovarle anche da soli.
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