Il no, come era prevedibile, ha vinto. In un paese irriformabile come l’Italia – nel bene e nel male, eh – non è poi così strano. A prescindere dall’illegittimità della posizione politica di Renzi, primo ministro non eletto prima e confermato da una minoranza di italiani poi, e dalla sua sostanziale vocazione anti-democratica, proprio in senso liberal-borghese. Una specie di politica, quella di Renzi, che NON ha fatto la storia d’Italia.
Renzi non è uno statista, tuttavia sapeva bene che tutti i bluff, compreso il suo, non possono durare in eterno. Quindi; perché non trovare un modo per perdere senza troppi scandali, magari potendo usufruire di un possibile secondo tempo in futuro (ipotesi lontana, ma non del tutto improbabile)? Ecco: il referendum è servito a questo. Tanto non avrebbe potuto combinare di più, nel bene e nel male.
I problemi dell’Italia ora rimangono e il principale di questi si chiama lavoro. Vediamo cosa faremo se arriva direttamente la Troika.
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