La componente chiave delle batterie al litio, appunto, ha visto una crescita del suo prezzo intorno al 60% nell’ultimo anno. La domanda di litio sta esplodendo poiché le batterie per cellulari ed altri dispositivi tra cui le batterie per automobili stanno diventando la norma, nel nostro mondo.
Per i prossimi anni, il prezzo del litio continuerà a salire, ma meno che nel passato.
La vera risorsa, tuttavia, non è il litio che rappresenta il 2% delle batterie, bensì il “carbonio puro” (parliamo quindi di terre rare) che ne rappresenta l’80%. Il rimanente 18% è rappresentato dal Nickel ed altri materiali.
Imprenditori come Elon Musk e Warren Buffett sono sintonizzati sull’argomento fino al punto di immaginarlo come un nuovo gold standard. Il mega-impianto creato da Elon Musk, patròn di Tesla, è stato ideato proprio per produrre le batterie che andranno implementate nelle macchine elettriche. Ecco, dunque, il perché di tanta corsa ai minerali.
La questione, tuttavia, assume anche altri aspetti interessanti. Quello di gran lunga fondamentale concerne il fatto che gli USA non producono un grammo di “carbonio puro”. Così come il Regno Unito, l’Europa, il Giappone e la Corea del Sud, allo stesso modo non ne producono. Il minerale viene interamente importato dalla Cina, area di terre rare, soprattutto la Mongolia interna.
Nelle foreste svedesi, per fortuna, sono stati rinvenuti minerali utili, “carbonio puro”, ed il business stà partendo, spostando così gli assi geopolitici in una maniera, probabilmente, meno pericolosa per l’Occidente. La miniera svedese produce carbonio puro (grafite) di altissima qualità.
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