di Sergio Mauri
Ho già dedicato all’argomento qualche riga in proposito alla posizione economica delicata dell’Italia, in caso di inasprimento del protezionismo americano, poiché il nostro paese appartiene alla catena del valore tedesco. Ho già detto che il modello è stato teorizzato da Michael Porter nel 1985. Secondo questo modello una organizzazione è un insieme di 9 processi, 5 primari e 4 di supporto.
I processi primari sono:
- la logistica in ingresso;
- le attività operative, cioè di produzione di beni e servizi;
- logistica in uscita;
- marketing e vendite, cioè di promozione del prodotto o servizio;
- assistenza al cliente e servizi, cioè le attività post-vendita.
Quelli di supporto sono:
- approvvigionamenti;
- gestione delle risorse umane;
- sviluppo delle tecnologie, cioè miglioramento del prodotto e del processo;
- attività infrastrutturali, cioè contabilità, pianificazione, organizzazione, affari legali, eccetera.
In ciascuna categoria di attività, primaria o di supporto, si possono riconoscere 3 tipi di attività in relazione al loro ruolo a livello competitivo:
- attività dirette;
- attività indirette;
- attività di assicurazione della qualità.
Nel primo tipo ci sono la progettazione e produzione del prodotto, il montaggio, l’attività della forza di vendita, la pubblicità, il reclutamento del personale. Nel secondo tipo abbiamo quelle attività che rendono possibili quelle dirette, cioè la manutenzione e gestione degli impianti, la programmazione, l’attività amministrativa del personale. Nel terzo tipo ci sono quelle attività di carattere ispettivo, cioè il monitoraggio, il collaudo, la revisione, l’ispezione.
La catena del valore della singola impresa fa parte di un sistema più ampio – il sistema del valore – che si compone delle catene del valore di tutte le imprese.
Ogni impresa, quindi, dovrebbe conoscere bene la propria catena del valore per acquisire e mantenere un proprio vantaggio a livello di concorrenza.
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