Andiamo oltre i V-day organizzati da Grillo che hanno avuto il loro (relativo) successo. Sono stati molto seguiti e pubblicizzati sul suo blog, hanno avuto la compiacenza di alcuni media amici, hanno giocato sulla notoria avversione degli italiani a questo sistema che fa acqua da tutte le parti. E’ gioco relativamente facile sparare sulla partitocrazia, l’ha fatto anche Silvio, non è una novità.
Anche nell’iniziativa di Grillo non vedo alcunché di veramente nuovo, semmai la continuazione della disgregazione – di cui anch’egli è un sintomo – della nostra società e dei punti di riferimento su cui contava fino a pochi decenni fa. Probabilmente egli non commetterà l’errore di fondare una sua lista elettorale, su cui – però – non metterei comunque la mano sul fuoco. Ma rimane l’inquietante richiamo, anche in lui flagello del sistema politico italiano, alla folla, allo stesso tempo in cui qualcun altro inneggia alla “ggente” ormai da anni. Con quale progetto, con quali prospettive? La “ggente” è quello che è, ha i suoi ruoli, le sue determinazioni sociali e culturali. Il professionista seguirà i propri interessi, il commerciante idem, l’operaio i suoi, il disoccupato anche. Riferirsi alle entità sociali in maniera indefinita (“I cittadini stanchi dei politici” o cose simili) non ha mai portato nulla di buono. Il fascismo, il nazismo, o i regimi populisti sudamericani dovrebbero insegnare qualcosa. La gente dovrebbe fare politica direttamente, senza mediazioni, dice. E come? Come nell’antica Grecia, con le assemblee cittadine? D’altro canto le sue proposte sono cose già viste: no ai parlamentari condannati (lasciamo quelli “bravi”, tanto per rafforzare questo sistema rappresentativo) 2 legislature massimo ed elezione diretta dei parlamentari. Cose già sentite. Proposte tutto sommato deboli. Non c’è più nessuna creatività, nessun rischio, nessuna scommessa, qui in Italia. Un paese senile anche in politica. E’ dura ripeterlo.
Con tutto il rispetto: ha da passà a nuttata….
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