Dopo uno scontro istituzionale apparentemente serio durato qualche giorno, ecco servito il “nuovo” governo. Se piace e se ci credete. Stessi uomini, stessi progetti. Gli esiti li valuteremo in seguito.
Sembra una carnevalata nel peggiore stile italico. Chi ha voluto questa pagliacciata? Un pò tutti; solo Mattarella; solo i pretendenti al governo; i cosiddetti “poteri forti”? Non lo sapremo mai, forse è stata solo una prova di forza, un avvertimento mafioso o, ancòra, un modo semplice di fare soldi sulla pelle degli italiani (di quelli che lavorano e pagano le tasse, non degli altri) manipolando lo spread, cioè il differenziale dei tassi d’interesse sui titoli di Stato italiani e tedeschi.
Da cosa nasce cosa, è inutile chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina. Ciò che è importante ora è seguire le gesta del “governo del cambiamento” verificando se sia realmente in grado di “combinare qualcosa” a prescindere dal fatto che questo qualcosa sia giusto o sbagliato per ricchi, poveri, lavoratori, imprenditori, disoccupati…..cioè per ognuna delle classi sociali in cui si divide il “popolo italiano”.
Il contratto di governo, una roba da scuola elementare proposto da 5S e Lega, è fondamentalmente orientato alla spesa, proprio quella che non ci possiamo permettere. Considerato che per lo Stato ci sono 3 modi per raccogliere soldi – aumento del debito, stampa di cartamoneta, tributi – e che i primi due non sono più praticabili in base agli accordi europei, non rimane altra strada che l’imposizione di nuovi tributi, a prescindere dalle mirabolanti promesse elettorali. Da chi li andranno a prendere? Dai soliti noti: coloro che lavorano e pagano le tasse, hanno qualche proprietà, eccetera. Piccola borghesia e lavoratori.
Stiamo vivendo una nuova fase storica chiamata “new normal” o “secular stagnation”. In questo senso Lega e 5S cadono a pennello. Perché? Per i tagli! Ad esempio, i tagli promessi ai fondi europei (5 miliardi) per la gestione dell’immigrazione significheranno un risparmio per le casse di Bruxelles con ricadute occupazionali e di sicurezza in Italia, alla faccia delle promesse sin qui fatte.
Siamo all’inizio del percorso che questo governo si appresta a intraprendere, è – perciò – ancòra troppo presto per giudicare i danni che produrrà il governo stesso, tuttavia sarà sul piano delle iniziative concrete tipo quella sopra citata che si stilerà l’elenco dei “successi” dell’esecutivo.
Il “cambiamento” non è una prerogativa di questo governo che semmai dovrebbe spiegarci come sarà questo cambiamento: in meglio, in peggio, a favore di chi e a spese di chi? Il cambiamento è una cosa in atto già da tempo e che abbiamo visto conclamarsi recentemente nei seguenti modi: messa in discussione del WTO, protezionismo e dazi, guerra tecnologica, chiusura. La conseguenza sarà da una parte l’aumento della miseria per le economie di vecchia costituzione come la nostra, dall’altra l’esplosione dell’Asia.
“Socialismo o barbarie”, chiedeva Rosa Luxemburg; “socialismo o barbarie”… le faceva eco Cornelius Castoriadis qualche decennio dopo. Il sistema ha già scelto, come 80 anni fa scelse le persecuzioni e i campi di sterminio.
Be the first to comment on "Gioco di specchi."