di Sergio Mauri
Alla base delle tecniche del Telerilevamento e dei GIS che concorrono a restituirci informazioni di tipo spaziale in cui determinati fenomeni si svolgono nello spazio, c’è una conoscenza pre-digitale, precedente alle tecniche oggi correnti, ma che ne rappresentano in qualche modo il substrato concettuale di conoscenza. Parliamo, allora, della cartografia, quell’insieme di operazioni tecnico-scientifiche e dimostrative, atte a elaborare carte e a permetterne la lettura e l’uso. Cos’è dunque una carta? Prima di rispondere alla domanda dobbiamo capire ciò che rende possibile la carta. La proiezione è la rappresentazione della superficie terrestre, pensata come una superficie sferica, realizzate in una data scala su una carta geografica, quindi su un piano. Visto che non è possibile conservare i rapporti tra le distanze in tutte le direzioni, poiché la sfera non è una superficie sviluppabile, è necessario accettare alcune deformazioni che possano essere di direzione, di distanza (equidistanti), di area (equivalenti), di angolo (isogoniche o conformi). Per quanto riguarda la scala geografica essa è il rapporto dimensionale che intercorre tra rappresentazione cartografia e la realtà rappresentata. Per rispondere, dunque, alla domanda iniziale, la carta è una rappresentazione piana, ridotta, approssimata e simbolica della superficie terrestre. Essa è resa possibile grazie ad altre scienze: la geodesia, la topografia e la fotogrammetria. Vediamole brevemente. La geodesia è lo studio della forma e delle dimensioni della terra in cui si scelgono i modelli semplificati della terra e si valutano gli scarti esistenti tra la forma approssimata e quella reale della terra stessa. La topografia si occupa della localizzazione esatta di entità sulla superficie terrestre. La fotogrammetria si occupa anch’essa della localizzazione di entità sulle superficie terrestre, ma facendo riferimento alla loro posizione rilevabile su immagini aerofotografiche.
Per la cartografia il sistema di riferimento è il grafico cartesiano che è un metodo per identificare la posizione di punti per mezzo di coordinate. Dall’origine, O, aggiungo dunque le tre coordinate geocentriche x, y, z che trasporrò poi cartograficamente per mezzo delle coordinate geografiche di longitudine, latitudine e altitudine che mi permetteranno di georeferenziare in modo univoco i punti sul diagramma o sulla carta.