di Sergio Mauri
In Italia c’è un’emergenza sociale. Di cui, tuttavia, si parla poco. Voglio fare una riflessione riagganciandomi alle questioni sociali prossime a venire al pettine, osservo che – però – partendo dal fatto che non se ne parla. Si parla costantemente di altro (ieri di utero in affitto, per esempio, che tuttavia tocca la sfera individuale prima di tutto…).
Eppure, la Presidente underdog dovrebbe, per decenza, interessarsi a coloro che non sono usciti dalla loro condizione di underdog, di sfavoriti o forse sfigati (mi scusino gli sfigati veri che non potranno convertirsi in Presidenti del Consiglio). E invece, un cavolo! Molte parole, ma il disagio aumenta.
A me sembra, e qui ci riagganciamo a discorsi fatti in passato, che governi e partiti usino un particolare tipo di comunicazione (o propaganda se preferite) per venderci il solito raccontino sulla democrazia, la libertà, ciò che è “giusto o sbagliato”, eccetera, in cui lo stato di cose che lorsignori rappresentano è sempre il migliore. Il loro è sempre il sistema migliore: si fa quello che si può. Oltre le parole, sono tutti conservatori, inclusa Elly Schlein, per dovere di cronaca. Il tutto accade, fatalmente, per controllare non semplicemente i corpi, che tuttavia sono continuamente alla gogna mediatica nella loro sessualizzazione o nella loro fatale vulnerabilità, ma le coscienze, che è la cosa peggiore. Io credo sempre di più che certi metodi del passato che noi abbiamo considerato come brutali e inumani, non abbiano nulla da invidiare a quelli di oggi che, però, hanno un grado di perversione maggiore proprio perché compiuti in nome della nostra “superiorità”.
Anche sulla questione climatica: ragazzi messi sotto sorveglianza speciale per aver imbrattato una parete con della vernice lavabile e criminalizzati dai media. Non dico che abbiano fatto la cosa più intelligente che potevano fare, ma qui non stiamo parlando di bombe sui treni o nelle piazze (meglio non parlarne, vero?) o di gambizzazioni. Parliamo di vernice lavabile per sensibilizzare su un problema vero (per esempio: il Po’ com’è ridotto? ). E un sindaco pronto a farsi fare un filmato fatalmente virale? Ma torniamo un attimo sulla cosa che hanno fatto: io avrei fatto altro, ma non è questo il punto. Perché imbrattare un muro? Per attirare l’attenzione su un problema vero, con mezzi pacifici, ne converrete con me. Hanno usato gli strumenti che possono avere senza far del male ad alcuno: dopotutto loro non hanno la polizia, il parlamento, il governo, non hanno questi strumenti per agire, ma solamente delle belle idee e un po’ di inventiva. Criminalizzati!
Da una parte, dunque, sfruttabili, dalle alternanze scuola-lavoro in giù, dall’altra mammoni, da un’altra ancora criminalizzati appena dicono qualcosa. Complimenti a tutti, da chi ci governa, ai media, ai cittadini che fanno propria questa narrazione.