di Sergio Mauri
- Atto locutorio.
Atto linguistico che consiste nel dire qualcosa, nell’enunciare una frase dotata di senso e riferimento, cioè, nella teoria di Austin, nel proferire dei suoni (atto fonetico) riconducibili a vocaboli sintatticamente ordinati (atto fatico) esprimenti nel complesso un significato (atto retico).
- Atto illocutorio.
Per tipi illocutori si intendono i tipi di azioni che si eseguono nel proferire parole. L’atto illocutorio (in ingl. illocutionary act), è uno degli aspetti dell’atto linguistico: le parole proferite contano, in virtù di convenzioni tacitamente accettate, come l’esecuzione di un atto che va al di là del semplice dire e comporta effetti convenzionali sui destinatari. Sono quindi atti illocutori quelli di affermare, diagnosticare, comandare, promettere, ringraziare, fare una domanda, fare un’obiezione, ecc. La gamma degli atti illocutori possibili in una data lingua e cultura può essere organizzata in classi secondo criteri dipendenti dalla struttura dell’atto illocutorio stesso. L’assegnazione di un atto linguistico a un certo tipo illocutorio si basa su indicatori illocutori sia linguistici che non linguistici.
- Atto perlocutorio.
Atto linguistico in quanto mezzo per ottenere sull’ascoltatore effetti di persuasione, dissuasione, ecc.
- Atti performativi.
Enunciati performativi. In sintesi
◦ Condizione necessaria affinché un performativo faccia quello che dice:
A.1 deve esserci una procedura convenzionale per eseguire l’atto corrispondente, (che prevede tra le altre cose il proferimento di un certo enunciato)
A.2 le circostanze e il parlante (ovvero chi invoca la procedura) devono essere appropriati
B.1-B.2 la procedura deve essere eseguite completamente e correttamente
◦ Inoltre,
Γ.1 gli stati psicologici del parlante devono corrispondere a quanto previsto dalla procedura
Γ.2 il parlante deve tenere un comportamento conforme alle aspettative suscitate
Performativi e infelicità:
◦ A.1-B.2: le circostanze sono inappropriate o il parlante non è in posizione di eseguire l’atto: “nullità” dell’atto (immediata o in un secondo tempo), rimane senza effetto (ad es. ordine emesso da chi non ne ha l’autorità) à “colpi a vuoto”
◦ Invocazioni indebite (atto non riconosciuto)
A.1: Ti sfido a duello
A.2: Ti porterò al cinema stasera / Mamma, metti in ordine la stanza ◦ Esecuzione improprie
B.1: Lascio il mio Picasso a Marco / Ok, se proprio insisti
B.2: No, non lo voglio / Scommetto 10 euro che domani piove (detto davanti a un muro)
Performativi e infelicità:
◦ Γ.1 stati psicologici inappropriati: atto riesce, ma è insincero, siamo di fronte a un “abuso” à atto “ostentato” o “vacuo”
Mi congratulo con te
Ti consiglio di sposarla
Prometto di venire alla tua festa
◦ Γ.2 comportamento successivo del parlante non è conforme a quanto per convenzione ci si aspetterebbe (ad es. una promessa non mantenuta, seguire un consiglio e poi essere rimproverati da chi ce l’ha dato di averlo seguito) à atto “ostentato” o “vacuo”
E gli atti constativi?
◦ Distinzione constativo/performativo è “spuria”: le condizioni appena descritte si applicano anche a essi.
possiede condizioni di felicità o di appropriatezza
posso riformularli aggiungendo una formula performativa esplicita: a es. affermo/asserisco /ritengo che la penna rossa sia sul tavolo.
Anche i constativi, oltre a dire qualcosa, fanno qualcosa.
Constativi e loro difetti:
◦ A.1 – A.2
◦ Essere in una posizione epistemica appropriata (competenza)
«Nella stanza accanto ci sono 50 persone»
◦ Fallimento di una presupposizione
«La bottiglia è sul tavolo in cucina» (≈Ti lascio in eredità il mio orologio)
◦ B. Difetti o lacune:
La renna rossa è sul tavolo (difetto) / «Sul tavolo!» o parlare da soli (lacuna)
◦ Γ.1 Non credere a quanto affermato (menzogna)
Nella stanza accanto ci sono 50 persone (ma non credo che sia così) (≈ Prometto di esserci (ma non credo che ci andrò))
◦ Γ.2 Comportamento successivo
Nella stanza accanto ci sono 50 persone (non posso negare che ci sia una stanza accanto alla nostra, che ci siano in quella stanza almeno 30 persone ecc.). Quello specifico tipo di performativi collegati a verbi come “asserire”, “affermare”, “attestare”.
- L’atto linguistico
L’atto linguistico nella sua totalità può essere così distinto (anche se non è mai distinguibile nella realtà): ◦ ATTO LOCUTORIO o atto di dire qualcosa; ◦ ATTO ILLOCUTORIO (in+locutionary), atto che si compie nel dire qualcosa; ◦ ATTO PERLOCUTORIO (per+locutionary), atto che si compie mediante il dire qualcosa.
Come descrivere la distinzione tra atto locutorio, illocutorio e perlocutorio
◦ «Sparale»
Egli mi ha detto «Sparale» intendendo con «spara» spara e riferendosi a lei con «-le» (locutorio)
Egli mi ha incitato, consigliato, ordinato di spararle (illocutorio)
Egli mi ha persuaso a spararle / Egli mi ha indotto a spararle (perlocutorio)
L’atto locutorio:
◦ Dire qualcosa è «fare qualcosa»:
ATTO FONETICO: quando il proferimento viene considerato come emissione di suoni
ATTO FATICO: quando il proferimento viene considerato come enunciazione di parole appartenenti a una lingua (conformemente ad una certa grammatica)
ATTO RETICO: quando il proferimento viene considerato come enunciazione di parole dotate di significato (senso e riferimento)
L’atto illocutorio:
◦ è l’atto che si esegue nel proferire un enunciato performativo: fare una domanda o rispondere ad essa fornire un’informazione, un avvertimento annunciare un verdetto o un’intenzione fare valutazioni ringraziare eccetera.
◦ Tipo di azione eseguita nel proferire un enunciato performativo si definisce la sua «forza illocutoria»
◦ Verbi che designano atti illocutori sono verbi performativi (ringraziare, dichiarare, affermare, pregare, ordinare…)
◦ Ma quegli stessi atti che essi designano possono essere eseguiti attraverso enunciati performativi in forma implicita (utilizzando specifici indicatori di forza illocutoria)
◦ Come si eseguono? In modo esplicito: uso verbo performativo alla prima persona singolare indicativo attivo (enunciato performativo esplicito); in modo implicito: mediante l’uso di indicatori di forza illocutoria linguistici o paralinguistici.
L’atto illocutorio…
«Vattene!»: Ti ordino di andartene, Ti comando di andartene ecc.
«Domani ci sarò sicuramente»: Ti assicuro che domani ci sarò, Ti prometto che domani ci sarò
«Non lo fare»
«Fossi in te andrei dal medico»
◦ indicatori di forza illocutoria:
modo del verbo (per es. imperativo, condizionale, congiuntivo, futuro)
forma sintattica della frase (ad es. dichiarative, interrogative)
verbi modali o ausiliari («puoi parlare», «dovresti andare dal medico»)
uso di aggettivi o avverbi («lo farò sicuramente», «che bel quadro»)
avverbi e congiunzioni («ma io non la penso così»)
L’atto illocutorio ha tre tipi di effetti
◦ deve assicurarsi la recezione, altrimenti non risulta effettivamente compiuto: è necessario cioè che venga riconosciuta forza e contenuto. Ciò richiede il soddisfacimento delle condizioni A1- B2, o la presupposizione che lo siano (a meno di indicazioni contrarie, assumiamo che le condizioni siano soddisfatte)
L’atto illocutorio ha tre tipi di effetti
◦ se si è assicurato la recezione e se è felice, ha un effetto non-naturale (cioè convenzionale)
◦ Se le condizioni A1-B2 sono soddisfatte, si produrrà tale effetto: è un effetto che si può descrivere nei termini di attribuzione o cancellazione di DOVERI e POTERI. Si tratta di attribuzione che non riguarda solo il parlante, ma anche il ricevente.
«Io battezzo questa nave Queen Elizabeth»: parlante à dovere (di non negare quanto fatto) e uditorio à dovere (di utilizzare quel nome per riferirsi a essa)
L’atto illocutorio ha tre tipi di effetti: può sollecitare una risposta;
a una domanda segue una risposta, a un ordine una risposta di obbedienza e così via
è conseguenza dei poteri e doveri che si sono attribuiti e/o cancellati (se non c’è attribuzione di poteri/doveri non ci sono comportamenti successivi che devono essere coerenti rispetto all’atto illocutorio eseguito)
L’atto illocutorio
◦ Domanda (A.1)
(A.2) chi la fa deve essere nella posizione di poterla fare;
(A.2) ciò riguardo a cui la domanda viene fatta “esiste” (o almeno è concepibile);
(B.1/2) si utilizza un enunciato dalla forma sintattica interrogativa, con un’intonazione caratteristica;
(effetto convenzionale) assegna al destinatario il DOVERE di dare una risposta e al parlante quello di non negare di aver fatto quella domanda;
(Γ. 1) di norma viene fatta per farsi dare un’informazione;
(Γ. 2) parlante e interlocutore si comportano coerentemente con gli effetti convenzionali risultanti dall’atto eseguito
L’atto illocutorio
◦ Promessa (A.1)
(A.2) chi la fa ha la capacità di eseguire quanto promette
(A.2) l’azione non deve essere stata ancora eseguita e deve essere gradita al ricevente
(B.1/2) l’uso della prima persona dell’indicativo attivo del verbo promettere oppure viene specificata l’azione promessa al tempo futuro accompagnata da avverbi (sicuramente) o altre espressioni idiomatiche (puoi contarci).
(effetto convenzionale) assegnare a chi la fa l’obbligo di fare quanto promette/ diritto di criticare per chi la riceve
(Γ. 1) intenzione a fare quella cosa per cui il parlante si è impegnato
(Γ. 2) il parlante si comporti coerentemente con gli effetti convenzionali risultanti dall’atto eseguito
L’atto illocutorio
◦ Asserzione (A.1)
(A.2) chi la fa è competente rispetto al contenuto asserito
(A.2) le presupposizioni dell’enunciato devono essere soddisfatte
(B.1/2) la forma dichiarativa con verbo al presente indicativo oppure (raramente) l’uso della prima persona dell’indicativo attivo del verbo promettere asserire/affermare
(effetto convenzionale) assegnare a chi la fa il DOVERE di offrire prove a supporto di quanto asserito (è impegnato alla sua verità), qualora venissero richieste e di dire successivamente cose coerenti con quanto affermato; ai riceventi è assegnato DIRITTO di chiedere le evidenze in possesso e, qualora riconosca l’atto tale, utilizzare quel contenuto per fare ulteriori asserzioni o utilizzare come ragioni per agire.
(Γ. 1) credere a quanto asserito
(Γ. 2) il parlante si comporti coerentemente con gli effetti convenzionali risultanti dall’atto eseguito