di Sergio Mauri
Si parla di obiettivo perlocutorio quando l’effetto ottenuto dall’atto perlocutorio coincide con l’intenzione di chi ha emesso l’atto illocutorio, e di seguito perlocutorio quando l’atto illocutorio ottiene un effetto diverso da quello desiderato (la sequela perlocutoria è una sequenza di seguiti perlocutori). Un atto perlocutorio (o effetto perlocutorio) è l’effetto di un’enunciazione su un interlocutore. Esempi di atti perlocutori includono persuadere, convincere, spaventare, illuminare, ispirare o influenzare in altro modo l’interlocutore. L’effetto perlocutorio di un’espressione è in contrasto con l’atto locutorio, che è l’atto di produrre l’espressione, e con la forza illocutoria, che non dipende dall’effetto dell’enunciato sull’interlocutore. A esempio, si consideri la seguente frase: “A proposito, ho un libro di Greimas; vorresti prenderlo in prestito?” La sua funzione illocutoria è un offrire, mentre il suo inteso effetto perlocutorio potrebbe essere quello di impressionare l’interlocutore, o di mostrare un atteggiamento amichevole, o di incoraggiare un interesse per un particolare tipo di saggistica. L’effetto perlocutorio effettivo può essere diverso dall’effetto perlocutorio previsto. In questo esempio, l’oratore potrebbe aver voluto mostrare un atteggiamento amichevole, ma l’ascoltatore potrebbe irritarsi se pensasse che l’intento dell’oratore fosse quello di impressionarlo.