di Sergio Mauri
Da Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992.
(p. 126) Le qualità primarie sono le qualità che un oggetto possiede realmente, indipendentemente dalle condizioni in cui è percepito, o dal fatto stesso che sia percepito. La distinzione tra qualità primarie e secondarie è stata usata da John Locke. Definizione: le qualità primarie sono qualità che un oggetto possiede realmente, indipendentemente dalle condizioni in cui è percepito, o dal fatto stesso che sia percepito. La risposta giusta è la a. Le qualità primarie comprendono le dimensioni, la forma e il movimento. La struttura di un oggetto che è determinata dalle sue qualità primarie dà origine alla nostra esperienza delle qualità secondarie che comprendono il colore, l’odore e il gusto. Le impressioni delle qualità secondarie non assomigliano agli oggetti reali, ma sono in parte un prodotto dell’apparato sensoriale che accidentalmente possediamo.
Ulteriori approfondimenti.
Le “qualità primarie” sono attributi intrinseci agli oggetti, riconosciuti dalla filosofia moderna, specialmente da pensatori come Galileo Galilei e René Descartes nel XVII secolo. Queste qualità sono considerate come proprietà fisiche oggettive e intrinseche degli oggetti stessi, indipendenti dall’osservatore.
Le qualità primarie sono definite come:
- Estensione: si riferisce alle dimensioni spaziali dell’oggetto, come larghezza, altezza, profondità, e qualsiasi attributo misurabile.
- Forma: la struttura e la disposizione degli elementi costituenti di un oggetto.
- Movimento: la capacità di spostarsi da un luogo a un altro o di cambiare posizione nello spazio.
- Solidità: l’attributo che rende gli oggetti resistenti alla penetrazione o alla deformazione.
Queste qualità sono considerate “primarie” perché sono considerate oggettive e misurabili in modo preciso. Esse costituiscono le proprietà fisiche fondamentali di un oggetto e, secondo questa prospettiva, sono presenti indipendentemente dall’osservatore. Questo concetto è stato contrastato dalle “qualità secondarie”, che sono attributi soggettivi, come colore, odore, sapore, che dipendono dalla percezione sensoriale dell’osservatore e non sono considerate intrinseche agli oggetti stessi.