di Sergio Mauri
L’argomento ontologico. (Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992, pp. 21-24)
L’argomento ontologico è un tentativo di dimostrare che l’esistenza di Dio deriva necessariamente dalla definizione di Dio come essere supremo. Questa conclusione può essere raggiunta prima di qualunque esperienza, cioè a priori rispetto all’esperienza; perciò, l’argomento è definito come un argomento a priori. Secondo questo argomento Dio è definito come l’essere più perfetto immaginabile. Anselmo d’Aosta (1033-1109) lo definì come “l’essere rispetto al quale nulla di più grande può essere concepito”. L’argomento è stato poi ripreso da Descartes (1596-1650) nella V delle Meditazioni metafisiche.
Le conseguenze di quest’argomento sono palesemente assurde, quindi, si pensa che 1) o la struttura dell’argomento non è corretta o 2) almeno una delle assunzioni iniziali deve essere falsa. Qui si potrebbe obiettare che, anche se possiamo definire la perfezione di Dio come esistente, potremmo pensare però che dalla sua definizione può conseguire la sua esistenza necessaria. Di ogni cosa possiamo dire che è perfetta e sono esempi perfetti di generi particolari di cose. Dio, però, è un caso speciale perché è la più perfetta di tutte le cose.
Tuttavia, la critica più puntuale all’argomento ontologico riguarda l’esistenza che non è una proprietà. Se applichiamo il ragionamento dell’esistenza, cioè che il concetto sta in piedi sia che una cosa esista sia che no (a esempio il concetto di scapolo), ci accorgiamo che l’errore consiste nel trattare l’esistenza di Dio come se fosse semplicemente un’altra proprietà, come l’onniscienza o l’onnipotenza. Ma Dio non potrebbe essere onniscente od onnipotente se non esistesse e dunque formulando una definizione di Dio stiamo già assumendo che Dio stesso esista. Elencare l’esistenza tra le proprietà essenziali di un essere perfetto significa commettere l’errore di trattare l’esistenza come una proprietà piuttosto che come la precondizione perché qualcosa possieda una proprietà.
Teismo. (Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992, p. 12)
Il teismo è quella concezione secondo la quale esiste un Dio che è onnipotente (capace di fare ogni cosa), onnisciente (conosce ogni cosa) e massimamente benevolo (totalmente buono). È una concezione condivisa dalla gran parte dei cristiani, degli ebrei e dei musulmani.
L’argomento teleologico. (Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992, pp. 13-17)
Dalla parola telos, scopo, questo argomento come si può intuire ci dice che, se osserviamo il mondo della natura attorno a noi non possiamo non notare come ogni cosa in esso sia perfettamente adatta alla funzione che svolge: ogni cosa porterebbe con se la prova di essere stata progettata. I sostenitori di questo argomento affermano che la complessità e l’efficienza di oggetti naturali (l’occhio a esempio) sono una prova del fatto che devono essere stati progettati da Dio.
Il principio antropico può essere considerato una variante dell’argomento teleologico; entrambi sono un argomento empirico.
L’argomento cosmologico. (Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992, pp. 19-21)
Questo argomento è anche conosciuto come argomento della causa prima. Si basa solo sul fatto empirico che l’universo esiste, a prescindere dalle sue caratteristiche particolari. Questo argomento afferma che ogni cosa è stata causata da un’altra cosa anteriore nel tempo; perciò, nulla è arrivato a esistere senza una causa. Se l’universo esiste possiamo assumere che un’intera serie di cause ed effetti lo ha condotto a essere ciò che è. All’inizio di questa catena ci dovrà essere una causa prima, cioè originale, che è Dio.
Critiche all’argomento: 1) la contraddittorietà; quale sarebbe la causa di Dio? 2) regresso (delle cause) all’infinito 3) limiti delle conclusioni: l’argomento non produce alcuna prova dell’esistenza di un Dio onnisciente e sommamente buono.