di Sergio Mauri
Nel mondo dell’economia politica e della sociologia economica, poche opere hanno avuto un impatto così duraturo e profondo quanto “La Grande Trasformazione” di Karl Polanyi. Pubblicato nel 1944, questo capolavoro intellettuale offre una visione critica del capitalismo e delle sue conseguenze sociali ed economiche, fornendo un’analisi ricca e penetrante delle dinamiche che hanno plasmato il mondo moderno.
Il libro di Polanyi non è solo una critica del capitalismo, ma anche un’indagine delle forze sociali, politiche ed economiche che hanno contribuito alla sua formazione e al suo sviluppo. Polanyi offre un quadro complesso e articolato delle trasformazioni economiche e sociali che hanno caratterizzato il XIX e il XX secolo, evidenziando le tensioni e le contraddizioni fondamentali del sistema capitalistico.
Al centro dell’analisi di Polanyi c’è il concetto di “mercantilismo auto-regolato”, un’idea che rappresenta il cuore del capitalismo moderno. Secondo Polanyi, il libero mercato non è una condizione naturale dell’umanità, ma piuttosto una costruzione sociale che richiede costanti interventi e regolamenti per funzionare in modo equo e sostenibile. Egli sostiene che la visione del mercato come un sistema autonomo separato dalla società è un’illusione pericolosa che porta a crisi sociali ed economiche.
Una delle principali argomentazioni di Polanyi è che il capitalismo tende inevitabilmente a svincolare le istituzioni sociali fondamentali, come la terra, il lavoro e il denaro, dal controllo sociale e a sottometterle alle leggi del mercato. Questo processo di “commodification” trasforma queste istituzioni in “merce fittizie” che possono essere scambiate e commercializzate sul mercato, con conseguenze spesso devastanti per la società e l’ambiente.
Polanyi analizza anche le conseguenze disastrose della Grande Depressione degli anni ’30, che ha evidenziato le gravi carenze del libero mercato e ha portato alla creazione di nuove istituzioni e regolamenti statali volte a mitigare gli effetti deleteri del capitalismo non regolamentato.
Un altro elemento chiave della riflessione di Polanyi è il ruolo dello Stato nell’economia. Contrariamente alla concezione liberale del governo limitato, Polanyi sostiene che lo Stato deve svolgere un ruolo attivo nella regolamentazione dell’economia e nella protezione dei cittadini dalle forze del mercato. Egli promuove l’idea di un’economia incastonata nella società e nella natura, dove il benessere umano e la sostenibilità ambientale sono prioritari rispetto al profitto privato e alla crescita illimitata.
In conclusione, “La Grande Trasformazione” di Karl Polanyi rappresenta un’opera fondamentale per comprendere le dinamiche del capitalismo e le sfide che esso pone alla società moderna. La sua analisi critica e il suo appello a una maggiore regolamentazione statale e a un’economia orientata al benessere umano continuano a suscitare dibattiti e riflessioni nel contesto contemporaneo. Polanyi ci ricorda che il capitalismo non è un sistema statico o inevitabile, ma piuttosto una realtà che può e deve essere modellata secondo i valori e gli interessi della collettività.