Esempio: sono guarito dopo aver assunto quella medicina. Questo non tiene conto dell’effetto placebo.
Secondo tipo di fallacia storica: l’anacronismo[1]. Attribuire a una determinata epoca idee, abitudini, discordanti a quel contesto storico. Esempio: ma tu ragioni come mio nonno.
La scoperta dell’America è avvenuta grazie ai miglioramenti nel calcolo della longitudine. Non è corretto, poiché il calcolo della longitudine è iniziato nel corso dell’Ottocento.
L’argomentazione storica va incontro ad un altro tipo di fallacia. Per esempio, la tautologia e un suo sottoinsieme, il truismo che è una banalità. La tautologia non ha alcun valore informativo.
Se dico “i pennuti hanno le penne” o “i quadrupedi hanno quattro zampe” non arricchisco la mia conoscenza.
Se dico “una certa rivoluzione è scoppiata perché il popolo era scontento” si pone qui il problema della causalità.
Qualsiasi spiegazione semplicistica o mono-causale è fallace.
Joseph Butler: “ogni cosa è ciò che è e non è un’altra cosa” è una tautologia.
Edward Carr nelle sue sei lezioni storiche parla dell’effetto paralizzante delle banalità. Perché? Perché in qualche modo tolgono significato alla ricerca di quella determinata cosa. Se una cosa è ciò che è e non può fare altro, allora il lavoro dello storico è solo quello di descrivere. Ma lo storico deve fare altro: descrizione e interpretazione.
Tutte le grandi domande storiche sono a rischio riduzionismo, semplificazione e tautologia.
La via corretta alla ricerca storica è quella della ricerca della complessità.
Forma mentale del fatalismo: qualcosa che è che non potrebbe essere altrimenti, un accadimento necessario. Fa andare in secondo piano il ruolo dello storico. Toglie significato al perché è avvenuta quella determinata cosa. Come, cosa, quando, perché è accaduta una certa cosa. Devo costruire un quadro causale. Se il fatalismo diventa religioso diventa provvidenzialismo[2]. Siamo di nuovo davanti all’effetto paralizzante della banalità.
Lo storico, tuttavia, non ha un compito controfattuale, cioè, studiare le alternative. Lo storico ha a che fare con un passato che non si cambia. Lo storico studia quali erano le opzioni e perché ha prevalso il modo in cui le cose sono andate. Opzioni reali e scelte di un determinato tipo rispetto ad altre. Perché? Queste sono le cose fondamentali. Studio il campo di opzioni presente in quel momento storico. Capire attraverso quale meccanismo un’opzione ha prevalso sulle altre. Perché la volontà umana si è orientata in una direzione rispetto ad un’altra. Altro errore logico da cui guardarsi è quello della decontestualizzazione. Bisogna invece contestualizzare (elemento di complessità ulteriore) per comprendere perché certe persone, gruppi sociali, hanno operato certe scelte tra più opzioni.
Riduzionismo: tendenza alla semplificazione.
Altri modi che generano delle false visioni: 1) catastrofismo, termine che appartiene alle scienze naturali, ritenere che il cambiamento storico avvenga solo attraverso eventi come le rivoluzioni politiche, sociali, concentrati nel tempo. È una semplificazione degli eventi storici 2) teorie della cospirazione.
[1] Vedasi nel saggio di Bizzocchi sulla fonte epigrafica.
[2] Forma specifica di fatalismo.