Dai Protocolli ad Anna Frank.

Protocolli dei Savi di Sion
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Collegamento tra i Protocolli e i diari di Anna Frank. Un elemento di grande interesse è la persistenza dei Protocolli nel tempo.

Le argomentazioni apocalittiche e antisemitiche, strettamente collegate alla religione. Alimentano una visione paranoide e nutrono le argomentazioni apocalittiche. Diventano un substrato psicologico e cognitivo della nostra cultura. La persistenza di queste attese paranoiche, la presenza di forze occulte, con tendenze al catastrofismo è un dato importante.

Ci sono anche delle posizioni che attribuiscono ai Protocolli un’origine fantascientifica, un’origine esterna che arriva a minacciare l’ordine a cui siamo abituati.

La persistenza dei Protocolli è ovviamente legata a forme di pensiero cospirazioniste. Viene vissuta, la presunta cospirazione ebraica, come una minaccia alla società e al suo ordine.

Questo tema è centrale nella metodologia della ricerca storica. Il razionalismo, l’approccio razionale è fondamentale, ma non è sufficiente a combattere queste forme di pensiero.

Queste teorie non sono localizzabili solo in ambito della destra ultranazionalista e razzista, ma dilagano anche in altri ambiti. Un discorso critico-razionale in quegli ambiti potrebbe essere la strada giusta per arginare il problema, per “razionalizzarlo”. Queste visioni paranoidi, però, hanno fino a un certo punto, un effetto rassicurante. Da un lato permettono di rassicurarsi attraverso la spiegazione. Dall’altra parte, però, sottraggono all’individuo la possibilità di influire sul corso delle cose, della storia. Dobbiamo saper riconoscere queste proposte di interpretazione dei fatti. Per esempio, la sceneggiata di Trump è una costruzione mitopoietica (il socialismo, il comunismo, responsabili della svolta americana incarnata da Joe Biden).

Sul saggio di Luzzatto. Abbiamo un testo che ha subito l’accusa falsa di essere un falso. Un’accusa di falso a opera del cospirazionismo (Faurisson). È interessante il metodo di Luzzatto: il testo del diario si può considerare spurio, non autentico in senso stretto. Questo testo ha un carattere di essere “speciale” e lo storico non deve temere di ricostruire le vicissitudini del testo stesso. I testi hanno delle proprie storie. Anche quello di Anna Frank, che non per questo non è attendibile, perde di credibilità. Peraltro, è interessante contestualizzare la questione all’interno del fenomeno della nascita del negazionismo. Dopo la Seconda guerra mondiale per un lungo periodo non c’è stata memorialistica, ricostruzione di quella storia. Sono invece riemersi negli anni Settanta del Novecento. Gli stessi musei dell’Olocausto sono molto recenti. Proprio dagli anni Settanta sono rinate le teorie complottiste/negazioniste, in concomitanza alla ricostruzione memorialistica di quella storia. Il diario di Anna è stato centrale in quell’operazione.

Il problema del giudizio storico. Lo storico valuta, giudica, o no? Lo storico fa un lavoro di valutazione a priori, attraverso la scelta dell’argomento della sua ricerca storica. Se decido che studio e scrivo su qualcosa rispetto a qualcos’altro prendo una decisione, valuto, do un valore a una cosa rispetto a un’altra. Lo storico deve giungere a delle conclusioni, deve arrivare a proporre una valutazione basata su una raccolta solida e fondata di prove. Individuazione delle fonti adatte e giudizio storico proporzionale, adeguato. Nel caso, in mancanza di fonti sufficienti, lo storico deve dire apertamente di non poter trarre conclusioni per mancanza di prove e fonti sufficienti. Lo storico non deve dare giudizi morali o di responsabilità giudiziarie.

Molti eventi storici sono già stati giudicati dalla storia e non devono essere processati ulteriormente. Il caso dei crimini di guerra che emergono con sempre più forza. In Italia abbiamo i crimini di guerra nazisti come parte della memoria collettiva. Spesso gli storici hanno anche aiutato a istruire i processi nei confronti di coloro che erano imputati di crimini contro l’umanità. (Vedi à Atlante delle stragi fasciste e naziste). La storia della colonizzazione italiana ha anche conosciuto un processo simile, proprio sotto il profilo dell’accesso alla documentazione relativa. Il caso Montanelli, la cui statua è stata recentemente oggetto di vandalismo, è stato il quid che ha permesso di farci ragionare sul tema del colonialismo.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.