Giudizio morale e uso politico della storia.

Storia-Problemi, fonti, scuole
Il madamato, noto anche come madamismo, si riferisce a una relazione temporanea more uxorio tra un cittadino italiano, prevalentemente soldati, e una donna nativa delle colonie italiane, chiamata madama. Questo fenomeno emerse inizialmente in Eritrea e si diffuse successivamente in altre colonie italiane.

Sul giudizio morale e l’uso politico della storia, quindi. Si può avere un giudizio storico anche in chiave ideologica, che non richiede un giudizio morale. Elaborare un giudizio storico richiede l’esercizio del dubbio. Nell’affrontare un argomento in sede storica con ricerche ravvicinate e molto dettagliate, può portare ad avere un atteggiamento più indulgente nei confronti del personaggio storico.

Nel caso Montanelli, come potremmo applicare questa distinzione tra piano morale e piano storico? Assumendo il suo punto di vista, la sua prospettiva. Quella del 1935. Lo storico sulla base di indizi raccoglie delle fonti per arrivare a una ricostruzione dei ruoli (e dei fatti) e delle responsabilità che certe persone hanno avuto e trasforma gli indizi in prove. Alcuni storici sono anche stati interpellati come consulenti in ambito giudiziario. Un dato fondamentale del testo della Barrera, la distinzione tra periodo liberale e fascista, si fonda anzitutto sulla presenza quantitativa dei colonizzatori in loco. In Etiopia erano presenti (esercito + personale civile) più di 300000 italiani. Vi era anche l’importazione di prostitute italiane, oltre che locali. La presenza fisica è il primo dato. Il secondo è quello dell’ideologia con cui si è voluta affrontare la questione. Dobbiamo allora affrontare la questione di quanto la cultura italiana fosse razzista tra fine Ottocento ed epoca fascista. Anche con riferimento al sud Italia. Abbiamo il caso Cesare Lombroso e Alfredo Niceforo. Abbiamo anche le teorie dell’arianesimo che sostiene il primato della razza ariana a cui non appartengono le popolazioni mediterranee.

Le popolazioni africane sono viste come selvagge e da civilizzare. Sono idee abbastanza diffuse. Questo dal lato della giustificazione. Dal lato della prassi abbiamo un rapporto da superiore a inferiore, con un bassissimo livello di rispetto della vita umana. Il caso di Livraghi e di Cagnassi nel 1890-91 che in Etiopia ne hanno combinate di tutti i colori. Ci sarà pure una commissione d’inchiesta parlamentare, razzisticamente impostata che insabbierà tutto. Sull’attività della rivista La difesa della razza è stato pubblicato un libro appena nel 2004, a opera di Francesco Cassata.

Leggiamo due pagine delle Nozioni di politica coloniale. In Libia non si poneva il problema dell’incrocio razziale perché in Libia vivevano “genti di razza bianca”. A noi storici interessa cogliere la dottrina, l’insieme di informazioni che ci dicono quale fosse la politica razziale del regime. Questa politica si traduce in un linguaggio di uso più o meno comune.

Sull’uso pubblico della storia e della memoria. Filippo Focardi Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della Seconda guerra mondiale. Focardi parla anche dell’uso politico della storia. Importante anche il libro Nel nome della razza, curato da Alberto Burgio, Il Mulino, 1999. Da questo libro risulta chiara la relazione tra sviluppo del colonialismo e del razzismo.

Storici che si sono occupati di colonialismo oltre ai vari Rochat e Del Boca sono: Matteo Dominioni, Daniele Natili, Alessandro Triulzi, Silvana Palma, Sòrgoni, Riccardo Bottoni, Simona Berhe, Giulia Barrera.

In conclusione, l’iconoclastia è un’idiozia. Un monumento porta una memoria. Offre un’occasione di riflessione a tutto tondo. Come il caso Edward Colston in Gran Bretagna. È il simbolo di una stagione storica. Moralmente negativo, ma con aspetti moralmente positivi nel campo della filantropia.

Leggere di Hannah Arendt Il razzismo prima del razzismo.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.