Coordinate storico – culturali
1.L’Umanesimo: periodizzazione e caratteri.
1.1Che cos’è l’Umanesimo
Si consideri il Quattrocento tra 2 date emblematiche, il 1375 e il 1494. Il primo è l’anno della morte di Boccaccio; il secondo è l’anno in cui il re di Francia Carlo VIII scende col suo esercito alla conquista del Regno di Napoli. Si apre una fase in cui l’Italia diventa terra di conquista e luogo di contesa per le maggiori monarchie europee. Nel 1504 il viceré spagnolo Consalvo de Cordoba entra a Napoli dopo aver sconfitto i francesi. Nello stesso anno Jacobo Sannazzaro pubblica il romanzo pastorale Arcadia che chiude la storia letteraria del Quattrocento.
Il Quattrocento è il secolo dell’Umanesimo sotto il profilo artistico – culturale. Petrarca è il primo ispiratore dell’Umanesimo. All’origine di Umanesimo sta l’espressione ciceroniana studia lumanitatis, cioè ‘studi relativi all’uomo’ o più precisamente “studi intesi al perfezionamento integrale dello spirito umano” (Vittorio Rossi). Si rivaluta il passato e l’epoca classica; vi è un dialogo attivo col passato per tradurlo utilmente nel presente.
1.2 I volti dell’Umanesimo.
L’Umanesimo è un fenomeno eterogeneo e complesso. Abbiamo: 1) l’Umanesimo come studio delle lingue classiche; 2) l’Umanesimo come riscoperta delle opere della classicità greco-latina; 3) Umanesimo come filosofia; 4) Umanesimo come moda.
Il latino riebbe la sua predominanza linguistica. Il maggior poeta e scrittore latino fu Giovanni Pontano. Gli studiosi si avvicinarono al greco e all’ebraico, al fine di capire più a fondo la Bibbia. Ne furono conoscitori Angelo Poliziano e Giovanni Pico della Mirandola. Poggio Bracciolini (1380-1459) fu colui che riportò alla luce le grandi opere della latinità. Pure Giovanni Aurispa deve essere annoverato tra i grandi scopritori di opere: da Costantinopoli portò 250 manoscritti (Luciano, Apollonio Rodio, Eschilo, Sofocle, Aristofane).
Nasceva la filosofia per rimediare gli errori, rimaneggiamenti, aggiunte e lacune dei manoscritti. Filologi: Petrarca, Lorenzo Valla, Angelo Poliziano, Ermolao Barbaro.
Importante, nel 1440, ad opera di Lorenzo Valla, il trattato De falso credita et ementita Constantini donatione, in cui a filo di analisi filologica della lingua del documento si dimostra la falsità della donazione di Costantino. L’opera fu commissionata da Alfonso d’Aragona.
Con l’Umanesimo inizia quel processo che condurrà già in Machiavelli a una distruzione fra politica, morale e religione.
Leon Battista Alberti nei suoi Libri della famiglia esalta l’operosità e al vita attiva in contrapposizione all’otium e all’ascetismo monastico.
Sintesi di questa complessità sarà la filosofia di Marsilio Ficino (Theologia platonica).
Imitazione: concetto e metodo della cultura umanistica. Qui abbiamo l’imitazione eclettica e spesso originale capeggiata da Angelo Poliziano, imitazione ‘libera’; dall’altra parte abbiamo un’imitazione rigida con l’uso di un solo modello, Cicerone per la prosa e Virgilio per la poesia, capeggiata da Paolo Cortesi.
2. Contesti e confronti.
2.1 Il nuovo patriziato, le corti gli intellettuali.
Il patriziato è l’antica borghesia mercantile arricchitosi con i commerci e con lo sfruttamento delle campagne dove investe i suoi proventi. Si è nobilitata attraverso l’esercizio delle cariche pubbliche nella struttura comunale e la stessa proprietà terriera. Essa rivendica il diritto a gestire il potere politico. Si tratta della borghesia mercantile detentrice del potere economico, staccantesi definitivamente dai ceti più bassi, saldantesi con gli antichi ceti nobiliari e aristocratici e si pone contro i ceti borghesi emergenti. Essa crea un sistema politico si conservazione sociale esprimentesi nello Stato signorile.
Al ceto dominante non sfugge l’importanza della cultura e degli intellettuali che la producono. Si determina quindi un legame assai stretto tra cultura e potere politico. Si costituiscono nuove corti; i nuovi signori puntano ad avere stabilmente attorno a sé intellettuali che svolgessero funzioni politico-diplomatiche. È il caso della corte di Lorenzo il Magnifico che, iniziando da un taglio localistico e popolare si orienta verso l’Umanesimo colto (Ficino, Botticelli, Poliziano). La cultura delle corti rimarrà essenziale nell’evoluzione politica e artistica europea almeno fino alla crisi dell’Ancien Regime.
Fra gli umanisti che diedero maggior impulso alla didattica ricordiamo Vittorino da Feltre e Guarino Veronese. Mecenatismo: dal nome dell’uomo politico latino Gaio Cilnio Mecenate. Sostegno alle arti e agli artisti.
2.2 L’invenzione della stampa.
La nuova relazione tra arti liberali e meccaniche determina una fioritura della trattatistica tecnica e artistica. Leon Battista Alberti scrive di pittura, scultura e architettura; Piero della Francesca sulla prospettiva in pittura; Albrecht Durer scrisse trattati sulla geometria, sulle proporzioni del corpo umano, sulle fortificazioni militari.
Matura l’invenzione della stampa a caratteri mobili a opera di Johann Gutenberg che stampo nel 1454 una Bibbia latina. I libri stampati fino al 1499 si chiamano incunaboli: sono volumi prodotti nella fase neonatale della stampa. Fu una vera rivoluzione che cambiò il mercato e la stessa fruizione dei testi. Si parla di “rivoluzione inavvertita” (Eisenstein). La tipografia nella penisola fu a Subiaco a opera dei tedeschi Conrad Schweinheim e Arnold Pannartz.
2.3 Le concezioni filosofiche e scientifiche dell’Umanesimo.
L’uomo è al centro dell’universo. Si supera gradualmente Aristotele e San Tommaso d’Aquino.
Grazie alla riappropriazione e rivisitazione delle scienze si riconfigura la Terra attraverso le prime realizzazioni cartografiche e poi alle prime esplorazioni navali. Si riscopre Platone e nasce il neoplatonismo cioè l’interpretazione e rielaborazione del suo pensiero.
Marsilio Ficino approntò la versione latina dell’opera di Platone. Egli nacque a Figline nel 1433. Fu medico. Egli elaborò una sua particolare filosofia nella quale pensiero platonico e religione cristiana si conciliano. La filosofia del Quattrocento si identifica nella Theologia platonica.
Allo stesso tempo si rilegge Aristotele. Se i neoplatonici individuavano nella rinascita religiosa il centro del loro messaggio filosofico, gli aristotelici davano priorità assoluta all’indagine della natura. Maggiore esponente dell’aristotelismo fu Ermolao Barbaro (1453-1493). Interessante il tentativo di Pico della Mirandola che cercò di fondare un sistema cosmologico complesso basato su magia, cabala, ermetismo, platonismo e aristotelismo. Importanti all’epoca sono: le università (distacco dalla formazione religiosa, indirizzo all’acquisizione di competenze pratiche), le accademie (Accademia Platonica di Marsilio Ficino), le biblioteche (Biblioteca fiorentina di San Marco, Biblioteca Laurenziana, Biblioteca Marciana, Biblioteca Vaticana).
La letteratura italiana.
1.Un quadro d’insieme.
Emancipazione dei letterati; confidenza col repertorio del passato; ricerca di soluzioni nuove e sperimentalismi. Secolo di bilinguismo. Dagli anni Quaranta Firenze diventa centro propulsore della rinascita del volgare. Fuori dalla letteratura latina e volgare continuarono a occupare sfere rigidamente separate. Il latino rimase la lingua della scienza, della filosofia, del diritto e di tutti gli atti della Chiesa. Il volgare rimase lingua d’uso anche negli uffici dell’autorità pubblica. La letteratura di questo periodo è, per lo più, letteratura di corte.
2.La poesia.
Imitazioni del modello petrarchesco; poesia pastorale; poema cavalleresco (Alessandro Magno, ciclo troiano, ciclo bretone, ciclo carolingio).
La lirica in volgare.
Un alto prodotto del “secolo senza poesia” è La bella mano di Giusto de’ Conti. Si compone di 150 liriche. Diversamente dal Canzoniere di Petrarca, qui la donna sceglie un altro.
La poesia pastorale o bucolica nasce col poeta greco Teocrito. Acquista statuto definitivo con le Bucoliche di Virgilio. Esponenti del genere: Francesco Arzocchi, i fratelli Pulci, Lorenzo il Magnifico, Matteo Maria Boiardo, Iacobo Sannazzaro, Pietro Iacobo de Jennaro.
Un sottogenere è la poesia rusticale. Si tratta di una parodia dell’universo bucolico
Fuori dal modello petrarchesco è Domenico di Giovanni detto il Burchiello. I suoi testi hanno una sintassi formalmente impeccabile, ma senza nesso logico.
La lirica in latino.
Ricordiamo Antonio Beccadelli, Giovanni Pontano.
3.La prosa.
La prosa in volgare.
Molto praticato è il genere della novella. Ricordiamo Giovanni Sercambi, Tuccio Manetti. Masuccio Salernitano ovvero Tommaso Guardati. Autore del Novellino. Il libro fu censurato e messo all’Indice a causa degli attacchi al clero corrotto. Ricordiamo anche Francesco Colonna, san Bernardino da Siena.
La prosa in latino.
Epistolari in latino di Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, Poliziano, Cristoforo Landino, Giovanni Pontano col suo De principe è forse lo spunto per Machiavelli. Importante è anche la prosa storiografica in latino. Abbiamo: Leonardo Bruni (Historiae Florentini populi), Poggio Bracciolini (Historia Florentiae), Enea Silvio Piccolomini (Commentarii de gestis Basiliensis concilii; Historia del duobus amantibus; Commentarii rerum memorabilium).
4.Il teatro.
I grandi centri del teatro furono Ferrara e Firenze. Abbiamo il passaggio dalla letteratura teatrale religiosa a una profana.