Nietzsche pensa che il nichilismo sia figlio del Cristianesimo. Non sapremmo dire il nulla del nostro essere al mondo se il Cristianesimo questo nulla non l’avesse scoperto in Dio stesso, in Dio che muore, in Dio che si fa nulla. Il nichilismo figlio del Cristianesimo è un nichilismo reattivo, è risentito; è il nichilismo di chi non sa accettare la vita così com’è, la vita che è fatta di bene e male, di essere e di nulla. Per Nietzsche occorre passare ad un diverso nichilismo, che sia anticristiano, che non guardi più al dover essere, ma che sia fedele all’essere, fedele alla terra. Bisogna essere nello stesso tempo cristiani e nichilisti perché è stato il Cristianesimo a insegnarci che l’essere al mondo è finito, legato al nulla e lo è proprio su base cristiana. Non è stato il Cristianesimo a insegnarci che Dio stesso muore? Anche Dostojevskij pensava che il nichilismo fosse qualcosa come un destino.
Egli propone un’interrogazione del nichilismo stesso in cui esso sappia vedere nel nulla la condizione della nostra vita ma che sappia anche vedere l’errore, la cancellazione, l’insopprimibile angoscia che da questo errore e da questa cancellazione derivano.
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