Musica —> comunicazione.
Musica —> metalinguaggio per spiegare la musica stessa.
Fallimento dell’approccio semiotico.
Centralità della partitura Psicoacustica Neurofisiologia dell’apparato
(Mattiez) (Sloboda) uditivo (Bharhucha)
→ Errore epistemologico occidentale → la musica non è conoscenza
→ La borghesia ha segregato l’emozionalità e la corporalità per far funzionare il proprio sistema
→ Philipp Tagg → Sostituzione ipotetica. Ipotizzata una certa unità, un insieme di elementi, che comunica un significato espresso in forma associativa verbale, si tratta di prendere un brano musicale nel quale compare tale unità, mutare uno degli elementi che fanno parte di questa unità lasciando il resto immutato e vedere se tale oggetto comunica il senso associato a tale unità.
→ Comparazione intersoggettiva. Consiste nell’osservare e catalogare le corrispondenze fra un certo tipo di musica e il tipo di immagini, parole e affetti evocati da tali immagini e parole. Quindi in questa fase dell’analisi usiamo la musica e scartiamo le parole come metalinguaggio.
→ Standardizzazione del suono → reazione: grunge
→ Standardizzazione delle progressioni armoniche dovuta all’industria commerciale
→ Noi impariamo a sentire molto tempo prima di vedere
→ Ritmo, altezza, intensità, sono parametri molto importanti. Ma quello che origina gli altri è l’intensità: cioè l’energia – o l’intensità – modulata che solo nella prospettiva temporale diventa ritmo e solo dopo l’emissione ad una certa frequenza “diventa” altezza.
→ Parametro musicale → presenza di una figura-sfondo. Nelle società che non hanno conosciuto la rivoluzione borghese, la figura-sfondo non è presente
→ Denotazione fenomenologica (vocabolario usa da non musicisti per definire l’evento musicale connessione ↔ Struttura dell’oggetto denotato
→ Musica lenta e triste → solitamente rurale/pastorale
Rock → musica veloce → usualmente sopra i 96 bpm → è perciò difficile la tristezza a quella velocità perchè vi si sprigiona troppa energia
→ Patterns della rappresentazione artistica e di studio nella società capitalistica:
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esclusione della tristezza in quanto forma di riflessione;
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etnomusicologia e antropomusicologia non si riferiscono quasi mai all’ethnos dell’uomo del 20° – 21° secolo;
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il nostro concetto di natura definito, non include l’uomo;
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il tempo è associato ferreamente a quello delle macchine ed ai ritmi metronomici (industriali) ai quali siamo assoggettati;
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la morte è solo lutto e dolore individuali, non rinnovamento e ricambio naturali.
→ Il compito della musicologia è di capire come funzioni l’influenza, il condizionamento o la manipolazione musicali ai danni degli utenti.
Keplero → Harmonice Mundi → opera di tipo palingenetico che, riguardo alla musica, ricava le analogie fra i moti dei pianeti e le distanze armoniche (intervalli). Precursore di Keplero fu Platone coi suoi solidi nel “Mysterium”. La sua filosofia sottende il principio per cui c’è un ordine prestabilito e supremo a regolare tutto.
Marco Mazzeo → 1) la musica non è un modulo isolato della mente 2) esprime una necessità del corpo che si realizza socialmente 3) l’uomo è un animale biologicamente povero che cerca un’identità di gruppo.
Per Gardner la musica è semplicemente un talento che si riceve in dono. E’ anche un modulo cognitivo distinto che gode del supporto di un’area biologica del cervello.
Secondo Mazzeo, la musica si avvale di vibrazione e risonanza. La vibrazione viene colta da tutto il nostro corpo. Questo punto fa la differenza tra la musica e altre forme espressive come la pittura e la scultura. La musica ha un carattere intrinsecamente partecipativo che trova il suo fondamento nell’esperienza della vibrazione. Ogni forma di vita coglie solo una certa porzione dello spettro vibratorio. L’homo sapiens è un essere vivente non confinato in un ambiente. L’essere umano ha un mondo proprio che si distingue dall’ambiente per due caratteristiche fondamentali: l’apertura e l’intrinseca mancanza di specializzazione. Il corpo umano è costituzionalmente generico: mancante di ali, zanne, becchi o squame, ha una morfologia somatica plastica che gli consente di adattarsi ai più svariati contesti ecologici. Per l’animale e per l’uomo, la percezione corporea della vibrazione ha diversi valori: nell’animale indica l’appartenenza esclusiva ad un certo habitat; nell’uomo indica la mancanza dello stesso. La pelle umana essendo composta d’acqua al 75%, fornisce la base (le proprietà elastiche) alla percezione della vibrazione. Inoltre, l’interezza della superficie cutanea priva di peli garantisce una esposizione alla vibrazione estrema perché totale. Per l’uomo la vibrazione è una esperienza percettiva tattile primitiva anche rispetto alle sensazioni uditive e visive. L’uomo è una forma di vita complessa per dimensioni ma morfologicamente non specializzata: l’uomo non ha specifiche frequenze d’onda cui sintonizzarsi. L’uomo ha la possibilità di tarare sintonie sfumate con ciò che lo circonda. Il nostro non è un potenziale di canale poiché trae origine dall’indebolimento di forme percettive mono-sensoriali: è una potenza sinestetica e la vibrazione costituisce il suo luogo di nascita.
Nell’uomo i sistemi percettivi – alla nascita – sono meno strutturati, quindi, nel processo di crescita sono più ampie le possibilità di intersezione tra le diverse modalità sensoriali. La vibrazione sottolinea la difficoltà biologica dell’uomo a non perdersi; i moduli musicali sono lo strumento per un ritrovamento dello stesso in una forma sociale. L’uomo è un animale indifeso che – proprio per questo – ha possibilità e necessità di organizzare forme sociali che garantiscano ordine ad un mondo informe. Dispersione nel mondo e recupero rituale consentono di trovare rispetto agli animali un grado di individuazione più radicale. Permettono all’uomo di affermarsi non solo come elemento di una specie ma come soggetto storico ed individualità originale. Per quanto concerne l’organizzazione o la costruzione di un mondo circostante a propria misura, mi sembra di cogliere un collegamento con Hegel e la creazione di un ambiente in cui l’artista si possa riconoscere.
Kurt Weill, Gunther Anders Stern, Heidegger, considerano gli elementi caratterizzanti la musica (suono, ritmo, melodia, armonia, forma) quali meri lati estrinseci. Questi elementi dovranno essere analizzati in funzione espressiva, come strumenti dell’interiorità, del flusso psichico che si manifesta in modo particolare nell’ascolto della musica come un viaggio metafisico nel proprio essere. Gli autentici e originali contenuti che danno supporto e forma alla musica, sono le tensioni psichiche: queste, sviluppandosi, vengono trasmesse in forme percettibili.
Improvvisazione. Per spiegare il significato e la “posizione” dell’improvvisazione in musica, possiamo utilizzare De Saussure nella sua analisi linguistica → Il rapporto tra una struttura linguistica (langue) e il suo realizzarsi (parole) è estremamente dinamico e permeabile. E’ proprio in questa relazione interdipendente tra langue e parole che l’improvvisazione si inserisce con il suo patrimonio di eventi musicali e di spunti di riflessione.
Laird Addis (→ Susanne Langer) → La musica muove i sentimenti; rappresenta i sentimenti all’ascoltatore. Il tutto tenendo presente che difficilmente l’emozione rappresentata è anche quella provata. La musica è il simbolo delle emozioni; essa ci presenta alcuni tipi di stati di coscienza (Langer). Tra le proprietà essenziali dei suoni e le proprietà essenziali degli stati di coscienza c’è una affinità ontologica, tale che i suoni ci rappresentano le emozioni, sia per la natura stessa dei suoni che per la natura umana. Quest’affinità ontologica è legata alla connessione che suoni e stati di coscienza hanno con il tempo; una specie di connessione pertinente solo ai suoni e agli stati di coscienza. (Addis)
Possiamo dire che i suoni, specialmente quelli organizzati della musica, sono i migliori rappresentanti esterni o pubblici della coscienza; mentre le immagini musicali – che sono case mentali – sono i migliori rappresentanti interni o privati dei suoni.
Per gli esseri umani il ruolo dei suoni è peculiare e importante attraverso il linguaggio e la musica. E’ altresì sorprendente che la musica sia così importante per ogni specie animale. Non solo. Ricordiamo che ogni individuo di ogni cultura ascolta musica. La natura umana ha bisogno di musica per esprimere certi tipi di fatti che riguardano noi stessi e anche per esprimere la nostra stessa natura. Inoltre, la capacità che ha la nostra stessa fantasia musicale – in assenza di suoni reali – di immaginare la musica è un indice sia di quella natura che di quella esigenza.
Antomarini Brunella: poesia come ritmo. Ritmo come misura cosmogonica. Raggiungimento di un equilibrio attraverso la vibrazione. Possibilità di comprendere il fraseggio musicale attraverso la poesia (sillabazione, accentazione).
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