L’abbassamento dei tassi di sconto della BCE significano una sola cosa: possibilità per i nostri istituti finanziari di prestare (poco) ed investire (molto) fuori dall’Italia la liquidità ricevuta, e da ricevere, dalla Banca Centrale. Faranno, inoltre, la cresta (una cresta che si amplia) ai prestiti alle medie e grandi imprese che possono ancora fare profitti. In Italia, inoltre e ancora, non si investe più; le statistiche parlano ormai di deflussi netti dal nostro paese.
Stiano, quindi, tranquilli i piccoli imprenditori italiani e i cittadini che aspirerebbero ad accendersi un mutuo per la casa o per iniziare un’attività: non ci saranno soldi per loro! In ogni caso, guardate bene la situazione:
- il costo del denaro scende dallo 0,15 allo 0,05%,
- il tasso sui depositi passa dal -0,1% al -0,2%
- il tasso marginale passa dallo 0,4% allo 0,3%.
Questo, dopo decenni di tassi alti e tesaurizzazione dei risparmi delle famiglie italiane, soprattutto! Il sostanziale deprezzamento del valore dell’euro, di cui già avevo parlato, avrà (forse) qualche ripercussione positiva sulle esportazioni. Perciò, in minima parte (su questo punto io sono molto scettico) potrebbe esserci un rallentamento del processo di deindustrializzazione a livello sia nazionale che continentale.
Aggiornamento di sabato 6 settembre 2014: come avevo previsto le banche ringraziano!
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