Che cosa sono le elezioni? Un sondaggio, attraverso il quale si possono capire gli umori più profondi del paese, le tendenze in atto, gli interessi in gioco.
Anche se il fattore “classe sociale” non ha più una centralità conclamata come in passato, si possono tuttavia intravedere delle divaricazioni importanti nella direzione presa dal voto, in ogni strato sociale.
Quindi, il voto al PD non è dato solo da coloro che, come pensionati, ricevono un assegno mensile dallo Stato, ma anche da persone “benestanti” e garantite, come è successo a Roma e altrove. Un ritorno abbozzato alla vecchia, cara categoria di “Classe contro classe”. Con il PD a destra, novello DC.
E’ la crisi finanziaria globale, in questi anni, ad aver scavato un solco profondo tra “garantiti” e “precari”, tra “giovani e vecchi”, tra “grande e piccolo capitale”, tra “aristocrazia operaia e disoccupati cronici”.
Lo si vede anche a Napoli, dove De Magistris raccoglie, da tempo e costruttivamente, la rabbia degli ultimi. E’ in atto un grande processo di destrutturazione del voto, cosa nuova nel nostro paese, noto semmai per l’alta partecipazione elettorale. Un processo che è parallelo a quello della destrutturazione sociale, in linea con l’agenda neoliberista degli ultimi decenni. Una società nuova che esprimerà nuovi interessi. Ma nulla di rivoluzionario, tranquilli. Una resa dei conti, graduale, all’interno degli assetti dominanti e precostituiti.Nessuno vuole strutturare una società sulla base della giustizia sociale e dell’uguaglianza. Moltissimi vogliono inculare il proprio vicino. Così si risolveranno i problemi. Un nuovo tipo di redistribuzione della ricchezza.
Una società che, certamente, ci piacerà ancor meno di quella attuale, ma con la quale dovremo fare i conti giorno per giorno. Le previsioni più attendibili parlano di 30/40 anni di declino socio-economico occidentale e stallo in altre aree del mondo. Si tratta del New Normal o della Secular Stagnation che dir si voglia.
Abbiamo a che fare con una polarizzazione del voto che, in qualche modo, rispecchia la polarizzazione sociale in atto, dove il “partito di maggioranza relativa ed assoluta” sono gli astenuti, mentre da una parte abbiamo chi nel sistema ci crede ancora ed altri che del non crederci, fanno la propria bandiera. Tuttavia, anche coloro che vogliono spazzare via il sistema presente, devono sempre passare attraverso le maglie e le trappole del sistema.
E’ probabile che Renzi debba iniziare il conto alla rovescia e lasciare il governo. La prossima sconfitta, quella molto probabile di ottobre, ne decreterà la fine politica. Ma non crediate sia un qualcosa di deciso in Italia: è in Europa che si valuta l’attendibilità ed il futuro di Renzi, come di ogni altro leader europeo. Renzi, già in odore di bluff, se ne dovrà andare non appena gli italiani avranno detto che non li rappresenta più, e questo accadrà, molto probabilmente, ad ottobre prossimo.
Ora facciamo un breve passo indietro re ripercorriamo la storia del “rottamatore”.
Nel 2011, dopo una serie di atteggiamenti esplicitamente menefreghisti nei confronti degli obblighi comunitari, Silvio Berlusconi viene defenestrato dalle stanze dei bottoni. Non si tratta solo di una conclamata incapacità a gestire il potere in chiave europeista ed europea, si tratta anche dell’inizio di una serie di interventi diretti del governo (establishment) europeo negli affari italiani. La questione rigarda la ingestibilità e la considerazione europea nei confronti della classe dirigente italiana, ritenuta compromessa col malaffare ed ampiamente corrotta.
L’operazione Mario Monti, che liquida ingenti somme investite da Francia, Gran Bretagna e Germania nel nostro paese, nasce proprio in questo contesto. Dove la parola democrazia sparisce. Dopotutto, con una classe dirigente di questo tipo….
Monti rimane in carica dal 16/11/2011 al 28/4/2013. Se ne va Monti, la cosiddetta democrazia continua a latitare. Ben pochi ne parlano. Abbiamo l’operazione Letta, insignificante per alcuni, tranquillizzante per altri. Cresce, intanto, il fenomeno Renzi che il 22/2/2014 si fa “consegnare le consegne” da un imbronciato Letta. Renzi è accompagnato dai reggitori del PD (in rappresentanza di….), sinistra PD inclusa. Il PD ha aperto le porte a Renzi. Renzi l’infinocchiatore? La sinistra PD poi se ne pentirà.
Renzi, nella sua istintualità ineffabile, stipulerà un patto con Verdini, per rendere governabile il Parlamento. Proprio un rospo troppo grande per coloro che hanno sempre votato a sinistra. A Renzi e al PD si perdonano molte cose: l’appartamento pagato dall’imprenditore Carrai a Renzi, a Firenze; il caso “padre della Boschi” e così via. Il caso Penati è già ampiamente dimenticato e gli elettori lo hanno abbuonato al Partito della Nazione.
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