Brexit, Corbyn e le allucinazioni.

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Brexit: si, certo, i giovani inglesi non sono andati a votare, se ne sono rimasti a casa a giocare con la Play Station. Ma pur invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. I giovani sono inculati. Non solo i giovani inglesi.

Si sa, il menefreghismo non paga. Tuttavia, in queste settimane, anche il referendum britannico che doveva segnalare il livello di gradimento verso l’Europa, è servito per coprire il colpo di mano della destra laburista nei confronti di Corbyn. La colpa di Corbyn è quella di aver dato nuova linfa vitale a delle posizioni socialdemocratiche all’interno del Labour, facendo perdere – di conseguenza – alcune posizioni al Labour  esplicitamente filo-imperialista. Ma la destra Labour, al pari di altri settori Labour non ha solo paura di essere scalzata dal proprio ruolo. Ha anche paura di dover rendere conto dei propri errori; ha anche paura di veder allontanare i propri finanziatori.

Ho atteso gli ultimi sviluppi per scriverne. Cominciamo col dire che, in un contesto normale, ma anche negli anni ’80, dall’Italia si sarebbero levate delle voci a difesa di un esponente socialdemocratico inglese, voci comunque più rispettose del dialogo, della democrazia e della dignità umana.

Il corbynismo nasce in intorno al centrismo Labour, scuotendone un pò lo stanco albero infruttifero, ed è una riedizione, dotata di strumenti rinnovati, della socialdemocrazia. Nulla di particolarmente rivoluzionario, niente sigari cubani, coppole leniniste o libretti rossi.

Nonostante vi siano dei nuclei di “sinistra radicale” inglese aggregati a Corbyn, la stragrande maggioranza dei componenti la sua coalizione è totalmente all’oscuro delle lotte che videro Corbyn partecipe e testimone, nel passato prossimo. Soprattutto i giovani.

In Gran Bretagna oggi non c’è un clima antisocialista, anche se deboli segnali si possono scorgere qua e là. La destra Labour fu capace, negli anni ’80, di costruire le proprie fortune inventandosi un assedio al Labour da parte dei conservatori, riuscendo a far desistere vari settori della sinistra dall’intenzione di imporre la propria agenda.

Tuttavia, oggi è difficile per gli inventori di questo colpo di mano antiCorbyn, inventarsi delle ragioni plausibili per una scissione (20 laburisti 20) che non li porterebbe tanto lontani, stante un declino secolare dei conservatori ed un’ascesa dell’UKIP.

Ora, sembra che il piano non sia riuscito. Appunto; si saranno accorti della poca strada che hanno a disposizione. Sta a loro ora ritrattare e ricucire lo strappo. Altrimenti se ne vadano e tanto peggio tanto meglio.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.

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