Ci sono alcune persone, sui social, che sparano boiate a costo zero, a destra e a manca, del tipo: le piccole imprese evadono a prescindere! Le piccole imprese non pagano le tasse e via su questa strada.
Certo, in taluni casi è così. Ma chi scrive queste cose molto populiste, in realtà non sa che: 1) gli studi settore impediscono, di fatto, questi comportamenti (e questo è uno dei motivi di tante chiusure) per cui non si paga più semplicemente in rapporto al fatturato (come’era prima), ma in base a degli indici decisi spesso arbitrariamente dal governo 2) che i dipendenti pubblici o privati fanno lo stesso con lavori e lavoretti in nero, per i quali di sicuro non versano un euro .
La questione quindi deve essere inquadrata da un punto di vista antropologico, ovvero di modelli culturali. Ovvero, noi italiani siamo fatti così, ci comportiamo così.
Va inoltre sfatato il mito, ormai superato del tutto, che esista una classe piccolo o medio-borghese che si faccia i soldi, in Italia. Questi tempi son finiti. In Italia si registrano dei deflussi netti in ogni campo imprenditoriale. Le classi piccolo e medio-borghesi hanno dato e parecchio all’Italia, in termini di prelievo fiscale. La patrimonialina delle tasse sull’immobiliare ne sono la riprova. Il 2015 è stato un anno nero per le tasse sugli immobili: 49 e passa miliardi di € di prelievo (Sole 24 Ore).
Inoltre, sulla facilità di fare impresa in Italia, sul paradiso imprenditoriale di questo paese sgangherato, i dati parlano chiaro. Citando sempre il Sole 24 Ore (fonte FMI, che di impresa se ne intende…) apprendiamo che l’Italia è al 45° posto nel mondo per fare impresa (era al 65°…), e cita le ragioni di questa arretratezza:
…tasse, divario digitale, mancanza di diritto, giustizia ingiusta, costo dell’energia, corruzione, burocrazia, tariffe esagerate delle utility pubbliche, criminalità….
Se vi sembrano cazzate, siete pronti al salto nel buio.
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