di Sergio Mauri
Dovremmo finalmente iniziare a parlare del ritiro delle forze armate occidentali dai teatri di guerra in terra islamica: Iraq, Siria, Afghanistan, Mali, Corno d’Africa, Libia. Queste, negli anni ultimi 25 anni hanno distrutto quei paesi che, dovremmo sforzarci di ricordarlo, per un musulmano è Dar As Salam (terra della pace). In venticinque anni abbiamo chiesto ben poco, abbandonando – al contrario di ciò che fu fatto per il Vietnam – quei popoli al loro macabro destino.
Le persone cambiano insieme con i tempi di cui sono figlie. E’ inutile parlare di destra e sinistra quando si chiudono gli occhi su vicende così gravi.
Pensate un po’: che cosa fareste voi se il vostro paese fosse stato messo a ferro e fuoco da una coalizione di paesi afro-asiatici, di fede musulmana? Pensate che ci sarebbero giovani e meno giovani da reclutare per atti di terrorismo più o meno selvaggio? Io credo di si. Magari tanti novelli Breivik.
Quindi, non si tratta di una posizione pietistica, umanitaria o di altro tipo. Si tratta di una posizione politica. Forse anche di una posizione politica che conviene a tutte le forze in campo.
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