Si tratta di un documentario sull’Africa degli anni ’70. L’intento di Pasolini è quello di riproporre la tragedia di Oreste nel mondo contemporaneo, ma relativamente arretrato – l’Africa del 1975, appunto – e perciò più vicino all’antica Grecia. Importante, durante l’intervista ad un gruppo di studenti africani, ciò che Pasolini nota per quanto riguarda la presenza di africani in Europa (all’epoca prevalentemente di ceto elevato, oggi prevalentemente di ceto medio-basso) . Nel documentario, Pasolini sostiene che questi vengono in contatto col mondo occidentale preservando – però – la propria base culturale, non venendo travolti dal neocapitalismo. Inoltre, questa loro presenza provoca una nuova sensibilità in loro stessi, una nuova verità, un rapporto fra loro ed il sistema di tipo inedito, per certi versi sovversivo.
In questo contrasto che è anche convivenza tra razionalità europea ed irrazionalità del Terzo Mondo, Pasolini vedeva la vera cifra distintiva della modernità. Ed il nostro futuro. Buona visione.
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