di Sergio Mauri
Da Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992.
(pp. 77-78) Il relativismo morale nella sua componente morale e antropologica è detto relativismo normativo ed è collegato al fatto che i giudizi morali possono essere considerati veri o falsi solo in relazione a una particolare società.
Approfondimenti.
Il relativismo normativo è una posizione filosofica che sostiene che i valori morali, le norme etiche o le convinzioni culturali siano determinate dal contesto culturale, sociale o storico specifico. Questa prospettiva mette in discussione l’idea di valori assoluti o universali, sostenendo che ciò che è considerato giusto o sbagliato, buono o cattivo possa variare da una cultura all’altra, da una società a un’altra, o anche all’interno dello stesso contesto sociale a seconda delle circostanze.
Il relativismo normativo sostiene che non esistono criteri morali oggettivi che siano validi per tutte le culture o società. Ciò significa che le norme etiche o morali non sono assolute e immutabili, ma sono influenzate dai valori, dalle tradizioni, dalle credenze e dalle circostanze specifiche di una determinata comunità o contesto culturale.
Questo approccio sottolinea l’importanza del contesto culturale e sociale nel determinare le norme morali e etiche, suggerendo che non esiste una verità morale universale che possa essere applicata indipendentemente dalle circostanze. Il relativismo normativo può sollevare domande sulla diversità culturale, sull’etica, sulla moralità e sulla comprensione delle differenze nelle pratiche e nei valori tra le varie società.