di Sergio Mauri
Michael Huemer, Il problema dell’autorità politica, Liberilibri, pp. 237-238.
Il rent-seeking è un comportamento che ha lo scopo di trarre ricchezze dagli altri per mezzo dello Stato, senza dare in cambio benefici a compensazione. L’esempio più diretto è quello di un’azienda che fa pressione sul governo per ottenere degli incentivi. Ma anche molte delle politiche che danno contezza del paternalismo legale sono motivate dalla ricerca di rendite.
Approfondimenti.
Il termine “rent-seeking” si riferisce a un comportamento economico in cui individui o gruppi cercano di ottenere benefici o “rent” (rendite) attraverso la manipolazione del sistema politico o delle normative governative piuttosto che attraverso la produzione di beni o servizi utili per la società.
In sostanza, il rent-seeking si verifica quando le persone cercano di ottenere profitti o vantaggi non attraverso l’innovazione, la produzione di beni o servizi di valore, ma manipolando le regole o ottenendo favori speciali dal governo o dalle istituzioni. Questo comportamento può includere l’utilizzo di lobby, influenze politiche, sfruttamento di buchi legislativi o normativi per ottenere rendite monopolistiche, sovvenzioni, sgravi fiscali o altri vantaggi che non derivano da efficienza economica o produttività reale.
Il rent-seeking può avere effetti negativi sull’economia e sulla società nel complesso. Spesso porta a un’allocazione inefficiente delle risorse, poiché favorisce alcuni individui o gruppi a scapito degli altri, creando distorsioni nel mercato e ostacolando la concorrenza. Ciò può portare a una minore innovazione, aumento dei prezzi per i consumatori e una diminuzione complessiva del benessere sociale.
Il termine è stato coniato dagli economisti per descrivere comportamenti che cercano di ottenere profitti o vantaggi attraverso il controllo delle risorse esistenti o manipolando le regole del gioco anziché attraverso la creazione di nuove ricchezze o servizi di valore aggiunto per la società.