di Sergio Mauri
Appercezione è un termine leibniziano che significa “coscienza”. È trascendentale perché è condizione di possibilità di ogni conoscenza. In Kant l’appercezione trascendentale è funzionale al molteplice, nel senso che si attiva solo quando riceve dati da elaborare.
L’appercezione trascendentale è un concetto chiave della filosofia di Immanuel Kant. Si tratta della coscienza di sé come soggetto unificante di tutte le proprie esperienze. In altre parole, è la consapevolezza che io sono l’Io che pensa, che percepisce e che agisce.
Kant distingue due tipi di appercezione:
- Appercezione empirica: è la coscienza immediata delle proprie percezioni e dei propri pensieri. È la consapevolezza del contenuto della mente, come ad esempio le sensazioni, le emozioni, le immagini e i ricordi.
- Appercezione trascendentale: è la coscienza di sé come unità originaria che rende possibile l’esperienza stessa. È la consapevolezza che io sono il soggetto che unifica tutte le mie percezioni e pensieri in un’unica esperienza coerente.
L’appercezione trascendentale è una condizione necessaria per la conoscenza. Secondo Kant, infatti, non possiamo conoscere nulla se non siamo consapevoli di noi stessi come soggetto conoscente. L’appercezione trascendentale è ciò che ci permette di sintetizzare le diverse impressioni sensoriali in un’unica rappresentazione del mondo e di applicare a questa rappresentazione le categorie dell’intelletto.