di Sergio Mauri
Da Nigel Warburton, Il primo libro di filosofia, Einaudi, 1992.
(pp. 63-65) Definizione: in ogni circostanza l’azione migliore non è quella che produce il miglior bilancio complessivo tra felicità e infelicità per il maggiore numero possibile di persone, ma quella che produce la minima quantità totale di infelicità.
Ulteriori approfondimenti.
L’utilitarismo negativo è una prospettiva etica che si concentra sulla minimizzazione del male o del danno piuttosto che sull’ottimizzazione del bene. Questa teoria etica, associata principalmente al filosofo britannico Jeremy Bentham e successivamente sviluppata da John Stuart Mill, sostiene che l’azione moralmente corretta è quella che produce il minor danno possibile o che riduce al minimo la sofferenza.
In sostanza, l’utilitarismo negativo considera che il principale obiettivo morale sia quello di evitare, ridurre o eliminare il dolore, la sofferenza o il male piuttosto che massimizzare il piacere o il bene. Questo principio può avere implicazioni significative nell’etica e nelle decisioni morali, spingendo verso azioni che mirano a diminuire le conseguenze negative anziché a massimizzare i risultati positivi.