In molti se lo sono chiesto. Lo vediamo subito, allora, leggendo “La Stampa” di qualche giorno fa:
L’assegno maggiore lo staccherà il finanziere Davide Serra, amico del premier e sostenitore della prima ora di Matteo Renzi. Per la quinta edizione della Leopolda, la prima con l’ex sindaco di Firenze presidente del Consiglio, ammontano a quasi due milioni le donazioni private che finanzieranno l’evento. Lo scrive oggi La Stampa, spiegando che le risorse finiranno non nelle casse del partito, ma in quelle della fondazione Open, definita dal quotidiano “la cassaforte di Renzi”.
Il secondo finanziamento è quello di Guido Ghisolfi – proprietario dell’azienda chimica Mossi e Ghisolfi – e sua moglie, Ivana Tanzi (120 mila euro). La Gf Group, una grande azienda alimentare ligure, ha contribuito con 50 mila euro. Ma danno importi non piccoli (ventimila euro) anche piccole realtà come l’azienda immobiliare Blau Meer srl, o società come la torinese Simon Fiduciaria (ventimila euro), nel cui consiglio figura anche il nome di Giorgio Gori. Un finanziamento molto importante viene da Alfredo Romeo – imprenditori di Isvafim – processato, ma poi assolto, che ha donato 60 mila euro.
Naturalmente non contano soltanto le cifre versate, ma le caratteristiche e il peso di chi versa. Guido Roberto Vitale, un uomo di raccordo sempre importante negli ambienti finanziari milanesi, ha donato una piccola cifra, 5 mila euro, un attestato di simpatia per il premier. Non meno significativa la presenza tra i finanziatori di Fabrizio Landi (diecimila euro), vero nome forte del renzismo nella partita delle recenti nomine (lui, in Finmeccanica).
Non solo esponenti del mondo dell’imprenditoria, però. A fare la propria parte ci sono anche esponenti politici di spicco come il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che ha donato 8800 euro, il sindaco di Firenze Dario Nardella (6600) e il tesoriere del partito democratico Francesco Bonifazi (12.000).
Dopo questa lunga citazione, almeno due cose sono chiare: la politica è quella fatta alla vecchia maniera, da chi ha i soldi; è ovvio perché Renzi non tiene conto degli interessi degli operai e della povera gente: deve rispondere a quelli che hanno messo i soldi! Riassumendo, Renzi è il vecchio. Il problema è che il nuovo non c’è….e forse non ci sarà mai!
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