di Sergio Mauri
- Ragione e sesso: capacità razionale di entrambi i sessi, ma non vuol dire che vi partecipino nella stessa maniera.
- La ragione è completamente determinata dal sesso, allora essa è o maschile o femminile, ma mai universalmente valida.
- La ragione è universalmente valida, quindi il sesso di un umano è indifferente rispetto ai contenuti e ai modi del suo pensiero.
Sembra un’alternativa mal posta.
- Dove si riscontra una rinuncia all’istinto vi è già l’istanza che rende l’uomo in grado di modificare la natura: quella esterna (produzione di viveri) e quella interna (creazione di tabù).
- Quest’istanza è lo spirito: esso va oltre la natura e da questa non si lascia dedurre logicamente da essa.
- Per i tabù sessuali è importante un punto di riferimento, quello della madre, per sapere come i tabuizzati sono nostri parenti.
- Collegamento tra procreazione e nascita sconosciuto in tempi remoti.
- Stirpi con discendenze regolate vedono le donne a determinare la coesione.
- L’allattamento è l’ origine della divisione del lavoro.
- Madre come terra fertile.
- Prima concezione del principio di ogni vita è quella del mistero in quanto oscurità che partorisce e poi inghiotte ogni cosa.
- Sacerdozio femminile nel quale la notte è sacra in quanto tempo del culto e la luna scandisce il tempo delle mestruazioni.
- Culto incentrato sulle donne molto diffuso nel Mesolitico (Bachofen). Tuttavia, ancora confuso: abbiamo la presenza di divinità collaterali maschili.
- Culto di Cibele-Demetra dell’Asia Minore sussiste anche in una civiltà assai differenziata.
- Terra come madre primigenia, quintessenza della vita come assenza di soggetto, mero metabolismo.
- Il soggetto è tale solo grazie allo spirito che si eleva su quel metabolismo.
- Venerazione del parto vs. oltrepassamento della natura grazie allo spirito. Differenziazione natura-spirito.
- Ruolo della donna messo in discussione quando lo spirito umano scopre se stesso e pensa che gli umani (entrambi i sessi) siano destinati a qualcosa di più che non al mero metabolismo, instaurando un conflitto tra i sessi. Bisogno di sottrarsi alla cieca onnipotenza della natura. Desiderio di elevazione dello spirito sulla natura e di sottomissione delle donne.
- Lo spirito si autodispiega di pari passo con la violenza.
- Decisività: 1) donne rimaste attaccate alla loro posizione di autorità ora senza senso 2) il calo d’autorità femminile ha tolto agli uomini l’inibizione a usare la propria superiorità fisica e nell’uso delle armi. Non conosceremo ma a fondo i dettagli dell’escalation.
- Sottomissione al potere maschile, duplice reificazione: 1) demistificazione razionale del parto 2) riduzione a mero oggetto.
- Astrattezza e spiritualizzazione del maschio come pilastri del patriarcato.
- Bachofen scopre miti di vittoria su arcaici mostri femminili (Bellerofonte, Teseo, Eracle).
- Sganciamento di acqua, luce e cielo dalla terra e loro elevamento a un rango superiore.
- Zeus assoggetta al proprio governo tutte le potenze particolari legate alla terra. Era, Demetra, Artemide, Afrodite discendono da padri divini. Atena è creata da Zeus, partorita dalla sua testa, Dike è sua figlia.
- L’autocoscienza coincide col dominio maschile e viene celebrata come ascesa dalla sfera buia della materia terrena a quella trasparente dell’aria e della luce.
- La vittoria però non è stata completa (dea Echidna in Esiodo).
- Archetipi della femminilità: 1) tipo dolce, pudico, aggraziato 2) tipo impudico, recalcitrante, di affascinante e minacciosa violenza naturale. In entrambi i casi la natura dev’essere soggiogata.
- Viene tolto il “velo” sensibile, comprensione attraverso concetti astratti. Falso sillogismo di cui ci illumina Turcke: partorire è naturale; partorire non è l’espressione massima della soggettività umana, l’umanità che partorisce non è compresa tra i soggetti. Contrapposizione spirito-natura. Sillogismo: la natura non è soggetto (spirito); la donna è natura; la donna non è soggetto (spirito).
- Teogonia: acqua, aria, e fuoco (luce) detronizzano la terra. I primi nostri filosofi danno per scontata e assumono tale vittoria. Acqua, aria e fuoco si presentano allora come elementi e non divinità, in modo che con l’oggettivazione uno di essi si presenti come principio di tutte le cose.
- Talete: acqua; Anassimene: aria; Eraclito: fuoco. Per Aristotele la terra è composta di molte parti eterogenee; è uno sforzo verso la spiritualità, ma arbitrario.
- La contraddizione insita nella separazione degli elementi che dovrebbe rappresentare il principio (indimostrato!) di tutte le cose, denota l’insufficienza di questa argomentazione.
- Parmenide va oltre, verso la spiritualità pura. Le cavalle di Parmenide, mito simile a quello della Biga alata, in cui c’è il viaggio verso il regno dell’immaterialità, regno della vera essenza. Solo il pensiero, il logos purificato da ogni elemento sensibile può concepire l’essere.
- Anassimandro: Dike addetta a quell’incessante divenire e perire.
- In d ed e separazione tra pensiero e percezione. Passaggio al pensiero puro, immateriale. Nascita dell’idealismo filosofico.
- In Parmenide ascesa al cielo, separazione dello spirito dalla materia, i due tipi femminili fondamentali che di fronte hanno l’uomo sapiente.
- Rispetto ai pericoli rappresentati dal femminile, l’unica salvezza è il principio di identità pura e immobile. Il non-essere (divenire materiale) non esiste, poiché solo l’essere è. È un’arida tautologia che sembra più una formula magica. Il puro essere al di là del divenire è invece pura astrazione.
- Errore dell’idealismo secondo cui l’idea è indipendente, eterna, autosufficiente.
- Uomo vero rappresentante (autarchico) della specie.
- Per Platone l’essere di Parmenide è sbagliato riguardo autosufficienza e astrattezza. Platone dice: molteplicità di idee. Ma le idee rimangono immutabili. Se c’è mutevolezza tra materiale e immateriale ci deve essere comunità.
- In Platone la donna è simile, ma non uguale all’uomo. Il femminile partecipa del maschile, vero rappresentante della specie. In Platone la donna è un genos.
- Aristotele: problema delle idee: interiorità (non esteriorità come in Platone) delle cose percepite, loro forma costituente. Posseggono l’energeia. La forma è causa del divenire. Aristotele parla della donna che appartiene alla materia e perciò è inferiore. Inoltre, il seme possiede un’anima che in potenza costruisce l’organismo.
- Principi naturali costituiscono anche il patriarcato.
- Energeia è esattamente la proprietà che era stata venerata come la madre primigenia.
- Produttività immateriale tutta interna allo spirito.
- Nel cristianesimo uomo e donna uguali davanti a Dio, ma l’ineguaglianza rimane in campo sociale.
- Idealismo come non-verità patriarcale.
- Razionalità, principio di non contraddizione strumento di dominio maschile? Se le donne dicono questo si escludono dall’umanità.
- Lo spirito è l’istanza del dominio di classe e sessuale.
- Crollo dell’ordine medievale-riforma-controriforma, crollo del dominio maschile.
- In Lutero la ragione è sminuita nei confronti della fede, quindi vi è un ulteriore ribaltamento.
- Il capitalismo, preannunciato dai fatti della Riforma, mira all’indifferenza tra spirito e natura, maschile e femminile. La ragione scivola nel campo dell’autoconservazione, della strumentalità del mercato, del meccanismo di accumulazione di capitale.
- Tutto nel capitale diviene legato alla materialità, alla natura. Il soggetto è indifferente, il processo domina. La forza-lavoro è parimenti indifferente.
- Capitalismo ha posto la questione dell’uguaglianza degli esseri umani: tutti devono ugualmente consumare le merci prodotte. Libera disponibilità della persona su se stessa.
- La concorrenza capitalistica va contro l’uguaglianza e la parificazione. Lotta di tutti contro tutti. Il meccanismo economico e di potere del capitalismo è asessuato.
- Femminismo: 1) nel superamento della società patriarcale: a) completa uguaglianza di diritti significa aumento della concorrenza in atto; b) ritorno alla “femminilità naturale” significa sorte vegetativa della natura umana contro cui insorse il patriarcato, comunque funzionale al capitale che può essere tutto (qualsiasi cosa); c) se denuncia la ragione come strumento del dominio maschile si squalifica come irrazionale (oltre che squalificarsi ritenendola patriarcale); d) postulare una nuova logica femminile (linguaggio) oltre ogni dominio (cambiare nome alle cose?) si ricade alle regole logiche che si vorrebbe non valessero più.
- Oltre la differenza anatomica è impossibile determinare positivamente l’essenza del femminile e del maschile. Ciò che è maschile e femminile è il risultato della lotta tra i sessi, non del loro libero dispiegamento.
- Soluzione ipotetica: a) nella teoria, riconoscere la menzogna patriarcale dell’idealismo b) nella pratica lottare insieme contro il sistema asessuato che li ha resi così.