Si parlava di immigrazione, un tema con il quale si gioca sempre, anche nelle situazioni in cui non lo immagineresti. E’ un argomento, come dire?, carne di maiale, non si butta niente. Un argomento buono per tutte le stagioni e tutte le crisi. Peraltro seguo il blog di Alberto Forchielli di tanto in tanto. Un blog di informazioni abbastanza interessante, al quale integro la visione dei suoi interventi pubblicati su Youtube. Non posso dire di trovarmi d’accordo su tutto, visto che rappresenta un neoliberismo di ritorno, ma su alcune cose si. Non ci sono dubbi. Per esempio sulla critica alla classe dirigente italiana. E sulla critica agli italiani, rammolliti da decenni di finto benessere con il quale non abbiamo costruito nulla di duraturo.
La risposta che segue l’ho data proprio perché c’erano ancora dei dubbi, di un certo spessore, sull’argomento immigrazione. Ci sono e ci saranno ancora, questi dubbi. Così sarà possibile usare l’asso nascosto nella manica del prestigiatore politico di turno, davanti un pubblico di ignoranti totali. Forchielli lasciava pendere dei dubbi sulla questione: l’immigrazione pesa o no economicamente per lo Stato?
Signor Forchielli, il saldo positivo prodotto dal fattore immigrazione per le casse dello Stato già c’è, basta leggere le statistiche del CNEL, non dei centri sociali. Esiste anche un Dossier Statistico Immigrazione che parla chiaro in proposito. Puo’ non piacere, ma è così. Peraltro una qualsiasi statistica istituzionale reperibile sul Web parla di una quota di PIL prodotta dagli immigrati superiore alla percentuale di immigrati stessi. Altro discorso è quello intorno alla capacità dello Stato e della collettività di gestire questa realtà. Intanto cominciamo a prendere coscienza dei numeri, altrimenti facciamo solo propaganda elettorale inventandoci uno scontro fittizio tra buonisti e cattivisti.
Volendo essere sinceri, dovremmo tutti rintuzzare con gli argomenti del buonsenso (le statistiche ufficiali in primo luogo) coloro che continuano a sperimentare l’uscita dalla crisi epocale del capitalismo attraverso il solito vecchio razzismo e la solita xenofobia. Sarebbe veramente meglio farlo. Forse l’unico modo per salvare il salvabile, in termini di democrazia ed umanità.
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