Si, potremmo riassumere in questo slogan la questione, molto attuale, concernente chi è autore delle opere d’arte, nel senso della manualità e della tecnica necessarie alla loro realizzazione. Ci sono innumerevoli artisti che operano ancora in prima persona o in equipe, ma il cui lavoro è di primaria importanza. Ma ce ne sono altri, come l’immancabile Damien Hirst, che non muovono un dito per produrli. E, forse, nemmeno per idearli. C’è, infatti, il ragionevole dubbio che la faccenda abbia stretta attinenza con un nome gestito in modo estremamente oculato e furbo nei santuari del marketing, in stretto collegamento con la finanza internazionale. L’arte contemporanea e moderna, ma tutta l’arte ormai, anche quella del passato remoto, è uno strumento di investimento e azzardo finanziario, con appositi algoritmi di calcolo appropriati per la bisogna.
Oltre all’algido Damien Hirst, ci sono Fernando Botero e Marc Quinn. Personaggi che si fanno costruire le loro opere d’arte in Italia e precisamente a Pietrasanta, in Toscana. Altri nomi li potete leggere nel post di Dago-Art, geniale invenzione del nostro D’Agostino. Tuttavia è grave non si dia risalto alle notizie relative al mondo dell’arte, un mondo tanto milionario quanto soggetto a sistematica sofisticazione. Facendolo, si creerebbe un effetto a catena che farebbe crollare un pò di falso del mondo dell’arte, per lasciare campo a qualcuno che, magari con mezzi modesti, produce cose più autentiche.
Allora, il succo di tutta la faccenda sta nell’avere rapporti col sistema dell’arte, non essere degli artisti più o meno dotati. Nulla di più lontano dai fondamentali a cui dovremmo abituarci.
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