Convivio-Dante-IX°.

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Antinomia: L’antinomia (dal greco αντι, preposizione che indica una contrapposizione, e νομος, legge) è un particolare tipo di paradosso che indica la compresenza di due affermazioni contraddittorie che possono essere entrambe dimostrate o giustificate. In questa situazione non è possibile applicare il principio di non-contraddizione. Kant è stato il primo ad applicare la parola antinomia nel linguaggio filosofico.

[trasfigurarsi à transumanar della Commedia]

Per il Convivio Dante dice di usare il senso allegorico. Dante attinge dal serbatoio della mitologia classica e dalle Sacre Scritture.

(Vedere il saggio di Fioravanti).

Continuiamo la lettura del I capitolo del II Trattato. Sui vari sensi della scrittura, dal n° 5.

Ci siamo chiesti perché il verbo appostare nella enciclopedia dantesca viene tradotto come un linguaggio venatorio, della caccia, dell’arte venatoria. Secondo la Piras è un uso ideologico. Perché dunque? Qualcuno sostiene che è possibile l’uso di appostare per venire incontro al suo pubblico, con un linguaggio più popolare, quindi.

Dante può aver usato appostare per rimanere all’interno della sua volontà di usare l’allegoria.

Dante, tuttavia, usa il termine appostare per dire che è il lettore ad essere un cacciatore di significato, verità, quindi abbassa il linguaggio affinché sia compreso da tutti e usa delle immagini come quella del cacciatore che si apposta.

Un altro verbo che ci fa riflettere è quello di “utilitade”, che ha utilità. Dante vuol dire che è utile, ma non indispensabile. Sarà utile capire il senso morale e allegorico, ma indispensabile è capire l’allegoria per chi legge.

L’insegnamento che Dante vuole passare attraverso il Convivio è quello filosofico, non quello morale. La scrittura morale non è per tutti, ma solo per pochi adepti.

“Nelle secrete cose…poche compagnie”, cose per pochi.

Senso anagogico: sovrasenso.

Sponere (esponere, togliere fuori).

L’episodio della Giudea (Salmo 113). Il Salmo è un canto di lode a Dio e a Cristo. I Salmi erano divinamente ispirati dai profeti, scritti in base alla musica a cui si aggiungevano i testi (i Salmi). Dante prende i Salmi perché hanno una forma poetica, una forma semplice, comprensibile da tutti. Il senso anagogico è un senso ulteriore, un sovrasenso, che non toglie verità al senso letterale. L’interpretazione teologica delle Scritture è limitata solo a certe persone. Solo dal Settanta, peraltro, la Bibbia viene letta pubblicamente. Prima, sarà Lutero a rompere questa usanza. La Bibbia non veniva nemmeno mostrata in pubblico, se non solo dalla copertina e veniva interpretata solo dalla Chiesa.

7. Si parla del senso letterale delle Scritture, ma anche della facoltà di poter decidere (libero arbitrio). Il popolo è eletto perché si è sacrificato seguendo Dio, credendo a Dio e alla sua parola. I santi sono coloro che hanno sacrificato sé stessi per un ideale più alto. L’anima è santa perché ha lasciato alle spalle la sua umanità. Il senso anagogico della Scrittura è collegato alla fede. La Sacra Scrittura può essere libera e santa perché toccata dalla fede.

Dante ci dice che le Sacre Scritture si possono leggere anche da laici, ma che sono sempre vere e che il loro senso anagogico è comprensibile da pochi.

10. Guardate che qualunque sia la vostra lettura non è possibile arrivare alla comprensione degli altri sensi senza l’ausilio, l’aiuto della Chiesa.

Dante usa sempre la forma sillogistica, dal generale al particolare.

Dante apparecchia il Convivio usando il volgare e la scienza, cioè la filosofia.

11. Se non capite la canzone non potete nemmeno capire il commento.

12. Non si può procedere nella comprensione della lettura se non partiamo dalle basi, dalle fondamenta, almeno da un minimo di conoscenza. Dice, inoltre, che la scienza è ciò che viene dimostrato, spiegato. Anche la scienza parte dalla spiegazione visibile, dai concetti bassi (letterali) per comprendere quelli alti. Tuttavia, Dante, nonostante dica ciò, rende labirintico e complesso il suo procedere. Comunque egli enfatizza il fatto che bisogni saper bene leggere in senso letterale, per poi arrivare all’allegorico. Partire dal più semplice per arrivare al più complesso.

Quindi noi lettori reali partiamo dall’autore reale per arrivare a quello ideale.

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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 e Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023.