Volutamente, in queste settimane, non mi sono pronunciato sul referendum costituzionale. Non avrei certamente potuto, dalla mia piccola postazione, modificare di una virgola il risultato del referendum.
Intanto, devo dire che il risultato non mi piace, ma non per la democrazia violata o l’attacco alla Costituzione, tutte cose già successe ripetutamente in questi ultimi decenni e, purtroppo, senza che i “guardiani” del dettato costituzionale se ne accorgessero o si spendessero per difenderlo. Il risultato, comunque è pessimo, nel senso che non è semplicemente la Costituzione ad essere stata attaccata e vilipesa, per l’ennesima volta, ma è la nostra libertà – ampiamente intesa – a subire una pericolosa contrazione. Personalmente, non vedo vie d’uscita a questa perdita costante di valori, senso etico e civile della nostra società, ormai priva di un concetto razionale di progresso o di avanzamento sociale.
Non sono sorpreso dall’atteggiamento dei promotori del SI. Sono venuti per distruggere, distruggere l’ultimo barlume di partecipazione democratica dei cittadini e delle istituzioni nate nel ‘900. Sono qui per portarci nel “nuovo mondo”.
Ciò che mi turba fortemente è che, in questi mesi, nessuno dei promotori della campagna del NO si sia accorto o abbia fatto un collegamento tra ciò che è successo durante la pandemia, con lo strapotere dell’esecutivo sul Parlamento, svilito ed emarginato politicamente, il tutto in contrasto col dettato costituzionale e ciò che ci siamo giocati col voto di pochi giorni fa. Ovvero; un referendum, come una tornata elettorale, è un sondaggio che la classe dominante compie per capire se i provvedimenti presi e la linea politica attuata (e quella durante il lockdown meriterebbe una censura) hanno ottenuto il favore dei cittadini. Ebbene, sembra proprio di si: la cosiddetta democrazia governante ha vinto; l’autoritarismo avanza e. in caso di prossimo lockdown, ne vedremo le conseguenze.
Bisognava votare NO non solo per una difesa, ormai tardiva, della Costituzione del passato, ma della nostra libertà presente che sarà attaccata sempre più decisamente e col nostro consenso. La deriva autoritaria, intrapresa non da oggi, ha avuto domenica scorsa il consenso degli italiani, della loro stragrande maggioranza. Una deriva che sembra non aver fine. L’azione sbilanciata dell’esecutivo che ha governato fuori e contro il Parlamento in questi ultimi sette mesi, è stato avallato dagli italiani, in base a notizie propagate da mass media francamente poco affidabili. I casi di scabbia, TBC o le statistiche sui tumori nel nostro paese non hanno più cittadinanza, non hanno valore, ne ha al contrario solo il Covid. E qui mi fermo.
Lascio, invece parlare il filosofo Giorgio Agamben: intervento del 10 luglio scorso; intervento del 13 luglio; intervento del 30 luglio. Buona lettura.