Lungo tutto il 2017 ho compiuto un’indagine tra coloro che appartengono alla parte bassa della struttura sociale italiana (lavoratori non-qualificati e disoccupati) sulle loro aspettative rispetto al Natale. Ognuno di noi vorrebbe si realizzassero dei sogni o dei desideri, rispetto alla propria situazione concreta di partenza. Si tratta perciò di un’indagine sull’immaginario collettivo di una ben determinata classe sociale. Nell’indagine ho deliberatamente lasciato da parte i facili moralismi del tipo “il Natale non è più quello di una volta” o del tipo “è facile ricevere dei regali, ma è difficile essere aderenti allo spirito del Natale”…che poi sarebbe quello della disponibilità verso l’altro (anche come Altro). Certo che il Natale non è più quello di una volta: il mondo contadino che era depositario delle radici del cristianesimo è finito. La società contemporanea facilita il consumismo, non la riflessione o l’immedesimazione nell’altro.
Allora, per farla breve, ecco il risultato dell’indagine:
- ricevere più regali possibile
- una vita migliore dal punto di vista economico e di lavoro e
- avere un lavoro, per realizzare il punto soprastante
Ciò che lega tutto, in questi poco articolati propositi, sono i soldi.
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