Questo post nasce da una discussione con un amico, il quale parlava di destra e sinistra riguardo alla Chiesa Cattolica. Ho sempre avuto dei dubbi sulla reale possibilità di inserire l’istituzione religiosa in un ben delimitato campo politico e considero le correnti di cui sembra essere pervasa come poco più che specchietti per le allodole.
Faccio fatica a pensare che la Chiesa sia di destra o di sinistra. Credo piuttosto stia “in alto”, come affermava il Cardinale, braccio destro di Martini, quest’ultimo considerato “di sinistra” da certi ambienti superficiali di “sinistra” (di nuovo!). La Chiesa, invece, cura molto bene i propri interessi di classe aristocratici a prescindere da tutto e tutti, anche attraverso l’accettazione formale dei meccanismi capitalistici. Trasformismo conservativo, dunque, che è il tratto dominante e distintivo di tutti i tipi di potere.
Poi, si, certo, i livelli più bassi della gerarchia si sono spesi, spesso, ma non sempre, per le classi meno abbienti. Tuttavia, questo non toglie che la natura di classe e gli interessi conseguenti, da far valere anche con prese di posizione anticapitalistiche, rimanga e ben forte. Come potremmo pensare, infatti, che tale istituzione possa veramente umanizzarsi a fronte del fatto che la totalità dei suoi funzionari non partecipa in alcun modo alla creazione di ricchezza sociale attraverso il lavoro, ma partecipa invece alla sua rapina e dissipazione?
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