di Sergio Mauri
Se sei atterrato qui è probabile che ti interessi sapere come è il film Dante o addirittura che ne penso io. Chiaramente ho visto il film e ne ho ricavato un’impressione positiva. Prima di argomentarvi la mia impressione positiva devo confessarvi che ho letto alcune recensioni sul film veramente ingenerose. Delle recensioni che, evidentemente non parlano del film che ho visto io.
Io al contrario penso che il film sia riuscito sia sotto il profilo filologico sia sotto quello dell’effetto emozionale. La difficoltà di rappresentare, anche solo sommariamente, un’epoca così lontana è un problema non da poco per un regista ed implica il coinvolgimento di figure professionali le più diverse. Va dato dunque atto a Pupi Avati di essere riuscito nell’impresa. Un esempio per tutti: le celebrazioni del matrimonio senza sacerdote come era effettivamente all’epoca, che invece diverrà figura immancabile con la Controriforma.
Anche dal punto di vista emotivo direi che Pupi Avati ha superato l’esame, poiché il sentimento “divino” di Dante, espresso attraverso i versi pronunciati da una voce terza, ha colto nel pubblico pienamente: diverse persone, me compreso, si sono commosse. Ma questa cosa è collegata alla conoscenza del tema, tale da permettere una partecipazione allo svolgersi del racconto e alla personale sensibilità di ognuno di noi.
Pollice in su quindi per questo film che riconferma una capacità tutta italiana di produrre cose di valore quando alla tecnica si accompagni una vera ricerca.