Il debito non va aumentato, va annientato come categoria economica. Va superato, superando il sistema che lo genera. Il resto è chiacchiera.
Aumentare il debito, in Europa, significa svalorizzare il capitale: per primo quello costante (macchinari, immobili…) e poi quello finanziario. Anche quello variabile, ovviamente, cioè la forza lavoro. Introdurre risorse finanziarie in un sistema (più o meno chiuso) significa diminuire il valore di quelle risorse, allargandone la base di fruizione. In Europa, continente ad economia matura, questo non è possibile. Aumentare il debito in Europa, peraltro, non significa uccidere il capitalismo (come pensano alcuni), significa scatenare la reazione furibonda dei capitalisti pubblici e privati.
In USA, invece? Anche negli USA sussiste il problema, ovviamente. Nessun sistema ama svalorizzare ciò che ha creato. Il problema tuttavia è assai meno sentito poiché gli USA hanno il predominio ed il controllo finanziario mondiale grazie al legame del dollaro con le materie prime. Controllo mantenuto a suon di bombe ed indiscusso. Per ora. Inoltre hanno una demografia più vivace della nostra, cosa che conta sul piano macroeconomico.
In Cina? Anche in Cina esistono le medesime problematiche, però grazie all’ampiezza del mercato e alla capacità del governo di nascondere le contraddizioni (tratto tipico della cultura cinese), la questione non si pone con la stessa drammaticità con cui si pone in Europa. Inoltre, in Cina i debiti si possono fare ancora, visto che la base produttiva è ancora in allargamento.
Peraltro, sia in America che in Cina, la demografia è migliore che in Europa, quindi sussistono margini di ritorno ben maggiori che da noi.
Conclusione: il debito non è una “finta” dei governi per fottere i lavoratori, non è un complotto ai danni dei poveri, è una categoria funzionale al modo di produzione capitalistico. Modo di produzione in cui siamo immersi tutti, a prescindere dalle nostre simpatie.
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