di Sergio Mauri
- Quali sono stati gli eventi biografici di Pirandello che hanno influenzato la sua produzione letteraria?
Innanzitutto, il nucleo familiare in cui è nato, un padre imprenditore che si occupa di miniere di zolfo e più volte soggetto a gravi problemi finanziari e una madre antiborbonica che lo appoggia sotto vari aspetti, hanno decretato una certa inclinazione intellettuale e visione del mondo. Il padre poi aveva un atteggiamento invadente verso la vita del figlio e aveva imposto a quest’ultimo gli studi tecnici, magari per poi indirizzarlo a studi ingegneristici all’Università, nella prospettiva di inserirlo nelle sue attività di gestioni minerarie.
Un altro aspetto biografico importante è poi l’incontro con Capuana a Roma. In effetti Pirandello ha subito una certa influenza iniziale dal Verismo.
Pirandello vuole – essenzialmente – essere l’opposto di suo padre e – più o meno consapevolmente – sceglie la carriera intellettuale e letteraria, lontano dal mondo degli affari. Cerca di essere un uomo concreto in un modo totalmente diverso da quello paterno e, forse, immagina anche di essere almeno parzialmente un inetto.
Quando la moglie Maria Antonietta Portulano si ammala in seguito al fallimento della miniera di zolfo nella quale aveva investito anche lei, dando evidenti segni di squilibrio, Pirandello dovrà impegnarsi a tirare avanti la famiglia in modo concreto.
2. Perché il saggio sull’umorismo è così importante? Qual è lo scopo dell’umorismo?
Il saggio sull’umorismo è quello in cui egli si impegna a definire la sua poetica. Il saggio fu composto nel 1908 ed è diviso in due parti: la prima satirica e la seconda teorica ed estetica. In quest’opera Pirandello oscilla tra l’idea di un umorismo come categoria artistica ed umana perenne e la convinzione che esso sia tipico della modernità. Pirandello distingue tra comicità e umorismo, affermando che la prima è l’inizio dell’umorismo e non è del tutto autonoma.
Procedendo nella riflessione, si comprende che il comico è superato dal “sentimento del contrario”, in cui perplessità e visione di un qualche cosa di ulteriore rispetto all’immagine, completano il “sentimento” stesso.
L’arte umoristica sottolinea il contrasto tra “forma” e “vita” e riconosce la dicotomia tra la prima (convenzioni, riti, leggi, regole) e la seconda (la volontà di oltrepassare quegli schemi). Il personaggio, perciò, o si adegua alla “forma” o vive in modo disincantato la separazione tra “forma” e “vita”.
Io credo non ci sia uno scopo solo nell’umorismo pirandelliano, ma che gli scopi siano molteplici: 1) dare un senso e una direzione alla sua poetica; 2) evidenziare la discrepanza tra realtà e apparenza; 3) sottolineare la relatività delle concezioni filosofiche ed artistiche; 4) razionalizzare il tema della follia, anche alla luce della malattia mentale della moglie, come comprensione della funzione della maschera, barriera di autodifesa e rifugio nella dimensione del fantastico.
3. Nei romanzi pirandelliani si parla di personaggi esclusi. Cosa vuol dire?
I personaggi esclusi di Pirandello sono quelle figure letterarie caratterizzate dall’esclusione (estraneità alla vita, temperamento riflessivo); falsità delle apparenze; incomunicabilità interpersonale e soprattutto intra-familiare. Sono figure che altresì ci ricordano in qualche modo quelle del Verismo di Verga; sono infatti caratteristiche della produzione iniziale di Pirandello.
4. Individua nei due romanzi, il “Fu Mattia Pascal” e “Uno, nessuno e centomila” gli elementi innovativi, caratteristici della narrativa decadentistica.
Nel “Fu Mattia Pascal”, abbiamo la poetica dell’umorismo, il tema del “doppio”, il problema dell’identità, la critica alla modernità, alla civiltà delle macchine. Attraverso questi temi si recupera la parte irrazionale sensibile e sovrasensibile del discorso decadentistico nato dal fallimento del positivismo.
Nel “Uno, nessuno e centomila” abbiamo il tema del fallimento e dell’inettitudine personali. Si tratta come nel primo caso, di un romanzo in buona parte autobiografico, dove si recuperano i temi che vanno oltre la razionalità, tipici del decadentismo. Tuttavia, in questo romanzo, a differenza del precedente, il rifiuto della propria identità, nel senso di “forma”, regola di convivenza sociale, porta il protagonista a cercare un’alternativa nella natura.
5. Definizione di paradosso.
Dal greco parà, contro, e dòxa, opinione. Si applica a qualsiasi affermazione o ragionamento in contrasto con ciò che solitamente è ritenuto ovvio. Si parla di paradosso quando una conclusione assurda è ottenuta a partire da premesse plausibili attraverso passaggi deduttivi apparentemente corretti. Potremmo anche dire che il paradosso è l’esasperazione della realtà.
6. Individua le situazioni paradossali nei due romanzi.
Bisogna premettere che il paradosso è direttamente generato dall’umorismo pirandelliano. Il siciliano, è bene ricordarlo, è ironico e allusivo. Con questa inclinazione verso il paradosso, Pirandello si collega ai temi della ricerca d’avanguardia europea.
Nel “Fu Mattia Pascal”, la voglia di vivere rinascendo, attraverso la propria morte (simulata, ma reale, in senso civile). L’entusiasmo e la critica nei confronti del progresso (ma forse dovremmo chiamarlo sviluppo e introdurre una distinzione “filosofica” tra i due) e la civiltà delle macchine. Il bisogno di un’identità ed il forte limite posto da ogni identità; il contrasto tra le esperienze di un uomo vivo e vero e l’astrattezza della sua vanificazione sociale.
Anche in “Uno, nessuno e centomila” i temi paradossali sono simili: l’identità, la liberazione dalle costrizioni sociali. In questo caso il romanzo, con un finale paradossale positivo, ci parla del “paradosso dell’uomo moderno” senza vero “centro di gravità permanente” (cit. Battiato), costretto alla relatività della sua esistenza in vita e anche dallo sguardo dell’altro. Anche qui andrebbe approfondito il senso della riflessione sul romanzo chiedendosi quanti “altri” esistono: l’altro da noi, l’altro che è in noi, noi stessi che siamo altro per altri, eccetera.
7. Cosa mette in luce una situazione paradossale? Puoi fare un esempio?
Una situazione paradossale mette in luce lo scarto tra la nostra capacità di discernimento e il mondo reale che vorremmo conoscere.
Un paradosso attuale è quello dello sviluppo economico che dovrebbe garantirci benessere continuo e sistematico, ma ci regala crisi di tutti i tipi, economiche, sociali, climatiche.
8. Differenze tra comicità ed umorismo, spiega in poche parole.
La comicità – che è anche una categoria estetica – suscita il riso a causa di un’incongruenza tra la narrazione e gli oggetti della stessa. L’umorismo è la capacità (riflessiva) di vedere il ridicolo delle cose, in modo arguto ed intelligente.