di Sergio Mauri
Sociologo, psicanalista, filosofo sloveno. Ai filosofi si permette tutto. Come alle belle donne. Ha pubblicato nel 2005 il libro Contro i diritti umani. Il tema è: i diritti umani sono un prodotto tipicamente occidentale e coprono il primato del mercatismo, l’imperialismo, il militarismo e il politicamente corretto. Žižek vorrebbe reinventare la categoria in modo che non sia un mero gioco di equilibrio tra gli interessi presenti nella società, con l’ovvio predominio di quelli più forti. Bene; ma allora quale modello di società ha in mente?
Il problema principale dell’opera, a mio avviso, sta proprio lì: nell’impossibilità, o nell’incapacità, di dire l’alternativa al modello dominante, che è, come ci ricorda l’autore del libro, in Occidente, il capitalismo monopolistico nella sua fase imperialista. Certo è difficile, dopo l’implosione del socialismo reale e la tendenza, anche negli ex-paesi dell’Europa orientale, a buttare tutto, anzi a far dimenticare che ci sono stati dei paesi che sfuggivano al capitalismo come forma del dominio dell’uomo sull’uomo.
E, tuttavia, non si può sempre e solo criticare e protestare. C’è anche un momento per proporre e costruire. Il problema, in Occidente, è proprio questo: la paura di prendersi la responsabilità di creare. Anche facendo degli errori, come è inevitabile.
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