di Sergio Mauri
Dunque, ha vinto la strategia USA: puntare su chi si batterà (almeno a parole) per le piccole patrie sovrane nei confronti del colosso USA e in questo modo andrà a discutere col colosso medesimo, cioè contando zero. L’avevo già accennato in un post precedente e TPI (TPI n° 33: L’altra faccia di Giorgia e Meloni connection) lo aveva delineato chiaramente. Quindi, strategia di indebolimento dell’Europa, per mantenerci in un caos calmo.
Poi, certo: la Meloni atlantista, occidentale. Perché gli altri, invece? Hanno espresso qualcosa di diverso? Forse Conte, tra una contraddizione e l’altra. Ritornato all’ovile. Unione popolare e Italia sovrana e popolare: ma si, certo, le posizioni di chi conta l’uno per cento e non vuol capire che tentare l’azzardo delle elezioni è un gioco inutile, non si tenta la fortuna come al Superenalotto! E poi: motivi per guardare criticamente i due raggruppamenti che si vergognano pure di esibire la falce e martello ce ne sono.
Quindi, stando a ciò che ha detto il PD prima delle elezioni, ma non ha più pronunciato dai risultati elettorali in poi, hanno vinto gli “amici di Putin”. Una cosa grave, perché non strillano più le colpe di essere “amici di Putin”? con questo tipo di messaggi, con questo tipo di politica il PD non poteva avere futuro.
Tuttavia, chi può essere felice di aver vinto delle elezioni in un momento così complesso e grave per l’Italia? Solo un cretino ovviamente…. Staremo a vedere se la Meloni è veramente così pronta come ha detto di essere e vedremo cosa faranno quelli che le si oppongono. Vedremo, al di là di ogni retorica, come si comporterà l’Europa, perché se è vero che Meloni non può tirare troppo la corda con Bruxelles è vero anche il contrario, cioè che nemmeno Bruxelles può essere troppo rigida con uno dei paesi fondatori, l’Italia.