La questione dovrebbe essere formulata in modo più preciso: esiste un rischio di intervento speculativo nel mondo/sistema dell’arte ben delimitato nel tempo e prevedibile? La mia risposta è no: il rischio di bolla è costante e agisce continuamente negli sbalzi di valore di ogni singola transazione. Permettimi di argomentare questa affermazione. Per interagire al meglio con il mondo che ci circonda, è necessario conoscerne i fondamenti, altrimenti ogni sforzo è vano. Dobbiamo quindi parlare chiaramente e definire ciò che si muove intorno a noi, anche a costo di sembrare cinici. Il capitalismo in cui siamo immersi si basa sulla ricerca del profitto, anche a scapito dello Stato. Gli attori sociali in gioco non hanno alcun interesse comune, se non quello di fregarsi a vicenda. L’unico motivo per cui entrano in relazione è perché non possono farne a meno: ognuno è strumento dell’altro, e questo è il confine della libertà personale possibile. In un contesto del genere, dove forze cieche, immense e selvaggiamente anarchiche non possono, per loro natura, creare alcun equilibrio economico né costruire in modo graduale e controllato, al contrario creano e distruggono continuamente valori mobiliari di entità mai uguali a se stesse. Perché, dunque, il mercato dell’arte, sottoposto ai meccanismi del profitto e della finanziarizzazione, dovrebbe sottrarsi al costante (e non limitato nel tempo) gioco di creare e distruggere valore? Anche nei momenti di crescita, si dimentica spesso di dire che essa è possibile grazie al sacrificio del “parco buoi”, rappresentato dai tanti collezionisti in buona fede. Abbiamo volutamente usato il linguaggio abituale del mercato azionario e finanziario in generale: non basta, infatti, il nome delle cose per cambiarne la sostanza. In sintesi, il rischio di bolla speculativa è una costante intrinseca del sistema capitalistico, che crea e distrugge continuamente valore. Il mercato dell’arte, essendo parte integrante di questo sistema, non può sottrarsi a questa dinamica. Ogni transazione è potenzialmente esposta a questo rischio, che non può essere confinato in un periodo specifico e prevedibile.
Il mercato dell’arte e la speculazione.
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