Essere e tempo – Martin Heidegger – Caratteristiche dell’Esserci.

Essere e tempo - Martin Heidegger
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di Sergio Mauri

Quali sono le caratteristiche dell’Esserci nella quotidianità media. Paragrafo 29; la situazione emotiva, un esistenziale. Ci può rimandare a una dimensione psicologica. La dimensione è legata al sentimento, ma non corrisponde a una dimensione, in Heidegger ha un valore ontologico, è “curvata” così da Heidegger. La prospettiva è quella della comprensione dell’Esserci in quanto tale da parte dell’Esserci stesso. L’Esserci è interpretato da una situazione di tipo emotivo. A esempio, il concetto della paura, collegato alla dimensione dell’angoscia. È uno dei modi fondamentali cui l’Esserci si rapporta. La prospettiva interpretativa è legata insieme dal concetto di comprensione. Heidegger non elabora una teoria della quotidianità media fondata su una epistemologia dell’Esserci. La comprensione viene da tutt’altri elementi metodici, a iniziare dalla questione ermeneutica, momento interpretativo orientato verso la comprensione ontologica. Dal momento che il fenomeno della comprensione è il perno, che non si esplica nel registro della spiegazione come per le scienze naturali, ma della comprensione, appunto, nella scienza dello spirito. L’ermeneutica si attua attraverso la comprensione, Verstehen, dell’Esserci, modo costitutivo del dasein. Il carattere di emotività della situazione emotiva (Paragrafo 29). Il dasein è il suo da, l’Esserci è il suo ci.

In Paragrafo 28: qui Heidegger spiega l’apertura fondamentale dell’Esserci. Il ci è uno stare dentro aperto, operante verso un’apertura originaria. L’apertura spaziale è possibile grazie all’apertura originaria. L’espressione ci è l’apertura originaria o essenziale. L’Esserci è il suo ci; l’Esserci è la sua apertura, un’apertura che si esprime nel ci.

La paura è differente dall’angoscia. La paura sorge in relazione a un ente determinato, l’angoscia no, è angoscia in senso indeterminato, non è indirizzata a un ente determinato. La paura deriva da un’interrelazione fra gli enti, qui la comprensione è nell’interrelazione fra gli enti.

L’Esserci è un essere possibile e una possibilità gettata da cima a fondo. In questa interrelazione si mostra il carattere dell’Esserci dell’essere “gettato nel mondo”. La “gettatezza” è progetto del proprio stare nel mondo, nella prospettiva del suo divenire, che è il progetto. L’Esserci è il progetto che discende direttamente dall’essere possibile. Il progetto, Entwurf, è una proiezione dell’Esserci intesa nel senso letterale/etimologico, gettarsi in avanti, si proietta, si pro-getta. Non è una elaborazione da parte dell’Esserci, ha a che fare con l’essenza ontologica dell’Esserci.

Pro-gettarsi, gettarsi in avanti, concepire anticipatamente la propria esistenza, fino a concepire il punto di arrivo della propria vita, cioè la morte. Ex-sistere è uno stare fuori, non un alienarsi, uno stare nella trascendenza, nella propria esistenza. La comprensione è un’anticipazione del comprendere, tanto che all’interno del “circolo del comprendere” l’elemento determinante è l’anticipazione. Il pre-comprendere è una sorta di visione anticipatrice del comprendere essenziale, senza la quale non ci sarebbe la comprensione in quanto tale. È un avvertimento in relazione all’oggetto di cui ci si occupa. Abbiamo, dunque, una Grundfrage e una Vorfrage sulla questione dell’essere. La comprensione in quanto apertura riguarda la comprensione del mondo da parte dell’Esserci.

Il poter essere rimane indeterminato finché non si determina in progetto. Il progetto è incluso nella comprensione, è un modo di stare, un modo di Esserci nel mondo. Il progetto è ontologico all’Esserci. Il progetto esprime una visione, una prospettiva che esprime una visione dell’Esserci nel mondo. Non è una visione sensibile, non è una visione concettuale. Questo “vedere” non è sensibile e non è intellettuale. È, piuttosto, collegato alla situazione emotiva, un modo di “vedere” che si sviluppa nel registro dell’affettività.

L’apertura dell’Esserci corrisponde a una apertura ontologica. L’Esserci non si realizza come progetto se non realizza in se una comprensione dell’essere. Una pre-comprensione necessaria e sufficiente che ricomprenda l’Esserci come tale.

C’è un rapporto tra comprensione e interpretazione. Il Paragrafo 32, lo spiega. L’interpretazione si fonda esistenzialmente nella comprensione, scaturisce dalla comprensione, nella misura in cui quest’ultima è determinata dalla pre-comprensione in quanto tale, una pre-comprensione dell’Esserci e quindi da una comprensione che fonda e rende possibile l’interpretazione. Quest’ultima è la elaborazione della possibilità progettata nella comprensione. La comprensione di sé implica direttamente il progettarsi, il progettarsi nella sua autenticità, quest’ultima in rapporto all’essere.

Paragrafo 32: pre-comprensione; Vorverständnis. Qual è il carattere di questo pre? È quello di anticipare qualcosa che verrà sviluppato successivamente, una visione preveggente, anticipazione di una esperienza. La pre-comprensione fornisce una tonalità preliminare all’azione, necessaria alla comprensione, poiché quest’ultima non esiste senza la prima.

Il circolo del comprendere è quello tra comprensione e interpretazione. L’interpretazione è un fattore che promuove una nuova comprensione. Il circolo della comprensione non è un circolo vizioso, è un circolo virtuoso, dice Heidegger. Non è un mero cerchio dove si muove la conoscenza, ma è l’espressione di una pre-struttura che è propria dell’Esserci stesso. In questo circolo è nascosto un modo di conoscere più originario. Questo conoscere trascende i principi della scienza; il circolo della comprensione appartiene alla struttura del senso. Possiede una struttura ontologica.

Ogni interpretazione si fonda sulla comprensione, ciò che reca con sé è il senso, il coglimento, l’afferramento di un determinato problema. Si oppone al pensiero calcolante, è connesso invece all’ermeneuticità, al piano ermeneutico della comprensione. Il linguaggio per l’ermeneutica non è fattore di comunicazione, ma il senso contenuto nel linguaggio stesso. Non comunicazione di parole, termini, ma il senso delle parole. È il senso delle parole che va cercato. Senso, Sinn, ciò che le parole forniscono attraverso una comprensione ontologica, il senso di quell’oggetto, quindi in chiave ermeneutico-ontologica.

Paragrafo 34: rapporto fra l’Esserci e il linguaggio. La questione, già vista, della chiacchiera. Chiacchiera espressione linguistica di una tendenza che spinge l’Esserci freneticamente, ma sempre sul piano dell’indistinto.

Sergio Mauri
Autore Sergio Mauri Blogger. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d’Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014 e con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022.
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About the Author

Sergio Mauri
Blogger, autore. Perito in Sistemi Informativi Aziendali, musicista e compositore, Laurea in Discipline storiche e filosofiche. Premio speciale al Concorso Claudia Ruggeri nel 2007; terzo posto al Premio Igor Slavich nel 2020. Ha pubblicato con Terra d'Ulivi nel 2007 e nel 2011, con Hammerle Editori nel 2013 e 2014, con PGreco nel 2015 con Historica Edizioni e Alcova Letteraria nel 2022 con Silele Edizioni (La Tela Nera) nel 2023 e con Amazon Kdp nel 2024.