di Sergio Mauri
Il primo, quello ontologico, segnala che la comprensione dell’essere deve precedere qualsiasi altra regione di conoscenza, ma anche qualsiasi altra disciplina. Sotto questo profilo Heidegger sostiene che la conoscenza “regionale” possa essere considerata fondata. Una disciplina per funzionare ha bisogno di una metodologia e procedimenti funzionanti. Ciò vale all’interno di una disciplina, ma per avere una fondatezza ontologica è necessaria una comprensione previa di ciò che significa l’essere. Ontologicamente l’essere ha un primato rispetto a qualsiasi altro ambito di conoscenza interna. L’estetica non può trovare un fondamento originario senza una comprensione dell’essere. Dell’essere non possiamo fare a meno già dall’inizio dell’indagine culturale. L’essere ha un primato cui non possiamo sfuggire. L’ontologia fondamentale chiama, ci costringe a porre la questione dell’essere. C’è, al tempo stesso, un primato ontico. Cioè, all’interno degli enti vi è l’essere. Il primato ontico consiste nel fatto che per assolvere al compito posto dal primato ontologico dell’essere è necessario passare da un ente che permette la comprensione dell’essere. C’è un solo ente che permette questa comprensione ed è il dasein. Il primato ontico si riflette nell’essere e balza fuori dall’ente. Dobbiamo quindi accettarne le implicazioni: dobbiamo avere una comprensione dell’essenza dell’Esserci. Cioè riconoscere in modo originario e definitivo che il dasein è un ente esistente, cioè la cui essenza consiste nell’esistenza. La costituzione ontologica dell’esistenza. Schematizzando:
Ambiti della conoscenza –> primato ontologico. Possibilità che riguarda l’essere nel rapporto con il dasein –> primato ontico.
Si forma la questione dell’essere che si pone in conformità alla domanda sull’Esserci. La comprensione dell’Esserci è ontologica a partire dalla comprensione della sua esistenza. L’Esserci comprende se stesso in base a un’esistenza, alla propria esistenza.
L’Esserci è una sorta di prototipo di secondo livello che comunque non può conoscere sé stesso, a prescindere dal problema dell’essere. Senza ontologia non c’è nemmeno ontico, in senso molto sintetico. Per comprendere se stesso l’Esserci non può omettere di porre la domanda sull’essere. “Nella questione dell’essere ne va della questione dell’Esserci” dice Heidegger.
Sull’Esserci possiamo dare analisi e dare risposte (sotto il profilo culturologico, antropologico), tuttavia, ciò che ne va dell’Esserci è il problema ontologico. Un’analisi del dasein richiede già una considerazione preliminare dell’esistenzialità. Il compito di una analitica esistenziale dell’Esserci è già presente nella costituzione ontica dell’Esserci stesso. Esistenzialità/esistenza corrisponde alla costituzione ontologica di questo essere.
Le scienze sono modi di essere dell’Esserci. Ma il rapporto che ha l’Esserci col mondo è esclusivo. La comprensione di quell’essere che è comprensibile in quel mondo. Il compito dei primi 45 paragrafi è l’analitica dell’Esserci, permettendo così la comprensione dell’Esserci. Il suo primato ontico consiste nell’esistenza e per questo motivo ha anche un primato ontologico. Il primato dell’essere si può porre solo all’interno dell’ente.
Le categorie esistenziali che ineriscono all’Esserci sono precipue in Heidegger. L’analitica esistenziale si sviluppa dall’esistenza stessa. Questa analitica possiede una dimensione esistentiva (ontica) e una esistenziale (ontologica).
—> Caratteristica ontica ———–
ESSERCI: — —> Dimensioni
—> Caratteristica ontologica —–
Heidegger parla di distruzione dell’ontologia tradizionale in raffronto con la nuova ontologia (ontologia e metafisica in Heidegger sono presentate insieme per porre la questione dell’occultamento dell’essere), una base nuova all’interno del problema dell’Esserci. E qui da notare il suo rapporto con la temporalità e l’essere qui emerge come storicità. Il rapporto tra l’essere e il tempo è l’Esserci.